giovedì 6 novembre 2008

Maria, la donna

Il culto mariano ha posto agli storici la questione se abbia o no portato un beneficio alla figura della donna.
Lo scrivente ritiene che la figura di Maria nel nuovo testamento rappresenti l'altra faccia della medaglia, opposta a quella della Bibbia e di Eva, senza la quale non sarebbe possibile vedere e conoscere tutta la "medaglia".
Da una parte, in tempi primigeni forse legati ad una cultura della donna ancora mescolata e vicina a quella dei popoli del deserto, emerge la figura di EVA, donna maliziosa, curiosa, disposta a tutto per soddisfare i propri desideri, lusingatrice ma capace di imporsi al suo patner fino al punto di portarlo alla perdizione.
Maria invece, a momenti in secondo piano rispetto a Cristo, con la sua forza, con il suo amore puro per la famiglia, nella dignitosa figura della madre che da sempre soffre per la prevista morte del Figlio ma che non fa nulla per dissuaderlo dalla Sua strada, risplende e ci appare come la metafora della figura femminile, la madre, che ogni giorno costruisce e riesce a tenere unita la famiglia anche e soprattutto nelle prove più difficili; e forse in ciò possiamo trovare gli echi di un culto della donna che già i Romani avevano radicato, basti pensare alla madre dei Gracchi, forse anche per questo assai diversa, contrapposta, ad Eva.
Dalla Sua maternità sempre rappresentata, dal suo dolore durante la morte del Figlio, dalla sua fede in Dio e nella sua salvezza, ci deriva il nostre grande amore per Lei, Madre accogliente e salvatrice.
Per ritornare alla donna di tutti i giorni, mentre il padre con il suo esempio dovrebbe rappresentare il faro nella notte della vita e quindi, necessariamente, dovrebbe anche incarnare la figura che amministra in famiglia la giustizia anche impartendo la giusta e doverosa punizione a chi imbocca la strada sbagliata, la donna con il suo sesto senso, con l'amore e la comprensione ma sempre con giustizia ed equilibrio è colei che, di fatto, ga il reale potere di consolidare o distruggere la famiglia.
Pochi decenni di marxismo progressista sono stati sufficienti a diffondere modelli di donna e di uomo "altri", unitamente alla cultura del nichilismo amorale, del materialismo sfrenato e dell'egoismo istituzionalizzato; tanti poveri giovani, che abbiamo sotto gli occhi, sono il risultato di famiglie in cui l'uomo e la donna hanno rinunciato alle loro rispettive funzioni, anche di difesa della sanità delle Istituzioni, esclusivamente tesi al guadagno ed al continuo appagamento dei sensi.
C'è però ancora chi segue la via giusta e trova conforto e guida nella fede.

mercoledì 5 novembre 2008

il 4 novembre il Presidente G. Napolitano a Vittorio Veneto

Bisogna fare grossi complimenti al Nostro Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, perché a 83 anni sostenere in modo brillante, in un solo giorno, una serie di manifestazioni distanti tra loro, da Roma a Gorizia a Re di Puglia, poi a Vittorio Veneto, e poi partire per essere pronto il mattino dopo a Padova a celebrare anche lì il novantesimo della Grande Guerra, certamente non è cosa da tutti !
Certo chi ha preparato queste sue due giornate così frenetiche non deve aver pensato in modo concreto né all’età del Presidente, né alla completezza delle cerimonie di città in città.
A me, per Vittorio Veneto, resta un po’ l’amaro in bocca per la frenesia ed i tempi troppo ristretti concessi come al solito alla nostra Città, anche in occasione del novantesimo della vittoria finale della Grande Guerra conclusasi proprio a Vittorio Veneto.
Sono dispiaciuto in particolare del fatto che nessuno abbia indirizzato il Presidente a visitare il Museo della Battaglia a Ceneda, seconda istituzione del suo genere in Italia ed una delle prime in Europa, voluto e realizzato dal Dott. Luigi Marson, ragazzo del 99, che come volontario dal 1918 cominciò a raccogliere cimeli, poi da grane invalido continuò fino al 1938 anno in cui donò la sua raccolta alla Città di Vittorio Veneto che inaugurò il nuovo Museo il 2 novembre.
Tra l’altro ci si meraviglia che i nostri studenti non conoscano il 4 Novembre e lo scambino per una festa della resistenza.
Ma dove ha vissuto chi si meraviglia?
Certa sinistra da 40 anni ha colonizzato la scuola, rendendola un’agenzia di collocamento per sistematicamente operare il lavaggio del cervello degli studenti e farne dei militanti; per quasi quarant’anni i giovani italiani non hanno imparato né cantato l’Inno Nazionale, letteralmente soppiantato dalle frasi imparate e gridate in pazza durante gli scioperi e le occupazioni delle scuole.
Cos’altro avremmo potuto aspettarci?

venerdì 31 ottobre 2008

2009 - Nuove Norme sui Beni Ambientali e federalismo?

Dal 1° Gennaio 2009 le Commissioni Comunali Integrate Beni Ambientali verranno soppresse in quanto verrà tolta la delega regionale ai Comuni; tutte le pratiche andranno dunque spedite alle Soprintendenze regionali, che dovranno formulare parere scritto di merito.
Qualcuno dirà: non cambia nulla, anche adesso le pratiche inviate alle soprintendenze attendono 60 gg. per il silenzio assenso: ma in burocrazia 2 + 2 spesso non fa quattro.
Intanto oggi le Amministrazioni Comunali inviano solo una parte dei progetti ai Beni Ambientali in attesa del famoso silenzio assenso; le progettazioni più semplici, ad esempio le pompeiane, a giudizio del Resp. del Procedimento e sentito il parere dei membri della Commissione Integrata, non vengono inviate in Soprintendenza, mentre progetti importanti, o redatti in zone particolari o beni pubblici attendono il silenzio assenso delle Soprintendenze; attualmente, il modesto numero di progetti inviati alle Soprintendenze, parte dai Comuni accompagnato dal parere di due tecnici, i cosiddetti “esperti in Beni Ambientali”, e corredato da relazione ambientale semplificata (aggettivo improprio) e copiosa documentazione fotografica allegate dal progettista.
Dal 2009 le Soprintendenze regionali, già oberate dalle pratiche relative ai beni storici e monumentali e dall’attuale mole delle predette richieste di parere dei Comuni, si troveranno ad affrontare ulteriore ed ingente incremento di lavoro, senza incremento di personale (visti i tempi…) che si rifletterà in un ulteriore aumento dei tempi, e si troveranno a dover esprimere anche un parere di merito (fatto nuovo) e non solo di legittimità; gli stessi Tecnici Comunali si troveranno ancora più oberati per istruire la pratica; i progettisti dovranno presentare documentazioni corpose per le Soprintendenze, con la relazione ambientale completa; insomma un aggravio di tempi e costi che si rifletterà sul cliente finale ma anche sui liberi professionisti; altro che semplificazione!
Cosa avverrà? Succederà come già avviene nei Comuni: secondo normativa, un cittadino dovrebbe ritirare il permesso di costruire entro 60 gg. dal deposito; in caso di silenzio dovrebbe intenderlo bocciato; ma qui non siamo in Germania, e qualunque nuova regola per alleggerire e/o velocizzare la burocrazia non sortisce effetti; e così i Comuni, non riuscendo a rispettare i termini, poco prima della scadenza inviano lettera al richiedente per interromperli; di fatto ci vogliono da 3 a 12 mesi per ritirare un permesso, e anche di più specie se il progetto prevede i pareri accessori di vari Enti sovra comunali .
Con il deposito alle Soprintendenze regionali di tutte le pratiche, per quanto tempo in più cittadino e progettista dovranno attendere il loro permesso? Le sempre maggiori lungaggini e difficoltà stufano i cittadini che spesso rinunciano ed iniziano a rivolgersi ai mercati di Slovenia, Austria e Croazia : ecco ulteriori ostacoli per l’edilizia, in grande crisi, ma di fatto ancora uno dei pochi grandi volani concreti rimasti nel paesaggio, astratto e pericoloso, di un’economia virtuale mordi e fuggi che nessuno osa regolare.
Spero non saranno questi i risultati del federalismo….Mi stupisce il silenzio della Lega.
Il Cittadino chiede semplificazione: si deve quindi accelerare ed alleggerire l’iter delle pratiche burocratiche con occhio di favore al recupero edilizio; sarebbe bastato confermare le deleghe alle Commissioni comunali Integrate con la presenza di un Membro della Soprintendenza, perché tutto l’iter progettuale dovrebbe svolgersi (il famoso sportello unico tanto decantato e che mai veramente ha funzionato) nel Comune (le Soprintendenze continuerebbero con quanto già di competenza), e contemporaneamente far approntare ai Comuni, anche col supporto delle Soprintendenze, una puntuale analisi per individuare, entro le aree di tutela generica, gli elementi architettonici e/o le sottozone effettivamente meritevoli del vincolo paesaggistico; si sarebbero così alleggerite le pratiche per una quantità di edifici e sottozone (anche se ciò pare andar contro la filosofia stessa delle aree sottoposte a tutela ambientale) con benefici effetti sulla qualità e sui tempi: se invece dal 2009 inizierà il nuovo iter i Comuni non potranno più assumersi responsabilità sui tempi né sulla qualità.
Si deve annotare comunque che, nonostante la sussistenza da anni del vincolo paesaggistico su intere porzioni delle Città, i cittadini italiani hanno visto eretti fabbricati, anche recentissimi, speculativi e di bassissime qualità estetiche ed urbane; questi stessi fabbricati, per assurdo, risulteranno sottoposti a vincolo paesaggistico anche in caso di ulteriori pratiche. Allargando il discorso oltre il vincolo ambientale, attualmente per lo più i Comuni vincolano (anche se con gradi diversi di tutela) tutti i fabbricati “vecchi”, solo per l’età, con effetti di inutile appesantimento delle pratiche anche per gli immobili senza valore artistico/ambientale; manca la cultura, e ciò appare anche dal fatto che quasi nessun Comune ritiene di vincolare opere dei primi del novecento e, in qualche raro caso, anche posteriori, benché le qualità tipologiche estetiche e “storico/artistiche” lo richiederebbero: si sono demolite scale e bagni bellissimi dei primi del ‘900, temperoni di alto valore artistico, magnifiche moderne balaustre in ferro forgiato; quale danno alla Storia futura.
Le Regioni potrebbero anche ridare la delega ai Comuni: nel caso la norma prevede che le Regioni effettuino un controllo su “chi e come” esprimerà i pareri, ma non è chiaro come; comunque il nuovo parere espresso dalle Soprintendenze, o dai Comuni su nuova delega come credo si farà, è previsto dalla norma “di merito”, con conseguenze (teoriche) sul progetto assai più vincolanti dei giudizi di legittimità fino ad ora (teoricamente) espressi : cosa difficile e di enorme responsabilità e riflesso nei confronti dei cittadini nell’esercizio dei loro diritti e funzioni.
Per non nascondersi dietro un dito…, giova comunque ricordare che le vigenti Commissioni Comunali Integrate davano già, di fatto, un giudizio di merito quando bocciavano dei progetti con la notissima formula “…non si inserisce nel contesto ambientale…”; formula a volte abusata, quando non addirittura strumento di Potere, per affaticare l’iter a progetti meritevoli di professionisti concorrenti e/o di cittadini avversari politici.
Le Comunità dovrebbero ormai aver capito che non è con il numero di leggi che si riesce a garantire un controllo di qualità ed equo, ma che imperativo è trovare, e porre ai posti di controllo, uomini di cultura ed equi, e non servi dei Poteri: al momento certo il problema maggiore…

lunedì 20 ottobre 2008

Nuova rotatoria ipermercato a Vittorio Veneto

Preoccupa molto la posizione del nuovo supermercato Emisfero adiacente la nuova rotatoria, non solo quando dopo i primi mesi di novità si sarà normalizzato l’afflusso, ma specie in questi primi periodi; pochi parcheggi in superficie e quelli interrati non paiono sufficienti; la sua posizione con accesso ed uscita diretti in rotatoria preoccupano assai più; sabato si è presentata alle 18 ca. una scena inimmaginabile coda dalla caserma gotti e da oltre san giacomo con rotatoria intasata, parcheggi pieni e nuovo tratto di viabilità (per capirci la nuova bretella) zeppa di auto in sosta ambo i lati e di auto in manovra, chi cercava di entrare chi di uscire; coda con autocorriere ferme a strombazzare ed un paio di vigili urbani che si guardavano in giuro sconsolati; risultato quasi un quarto d’ora per attraversare la rotatoria e giungere a San giacomo. Appare evidente che la rotatoria è troppo piccola e che mentre si potrà lasciare l’entrata al nuovo Ipermercato sulla nuova bretella il traffico in uscita dovrà essere smaltito dalla bretella non verso la rotatoria ma verso almeno due punti di smaltimento; non si possono aver tolti i semafori con le nuove rotatorie e poi creare un tappo come questo!

giovedì 16 ottobre 2008

Persecuzioni dei Cristiani

Da tempo ormai in India, in particolare ma anche in altri paesi asiatici, sono sempre più frequenti atti di violenza contro le minoranze Cristiane, al punto di dover ammettere una vera e propria persecuzione in atto.
È certo che in India, paese delle caste rigidamente vincolate, il messaggio del Cristo portato tra la popolazione, che indica come tutti gli uomini siano uguali davanti a Dio e possano credere in un loro miglioramento, non può essere gradito a chi detiene e vuole conservare il potere nei vari strati della società indiana, e questo può spiegare il senso di odio ed il tentativo di ribellione, in costante aumento, verso la religione Cristiana ed i suoi proseliti; unitamente al fatto che preti suore e frati in India si sono soprattutto distinti per il loro contatto profondo ed umanitario con gli strati più sofferenti della popolazione; anche il fatto che per lo più gli atti violenti siano compiuti da minoranze terroristiche legate alla religione mussulmana può trovare una spiegazione e va inquadrato in un disegno politico-religioso ormai non tanto più oscuro di ribellione/riconquista dell’occidente infedele, guidato da quelli che sono i padroni indiscussi del petrolio, nel tentativo di fermare il loro ed il nostro mondo ancora ad un’età più suggestiva ma di tipo feudale: ci stanno riuscendo, complice l’inettitudine e la vuotezza etica di chi governa l’Europa, l’Occidente; forse solo la ripresa di un’autarchia energetica, sognata da quel grande statista e profeta di Benito Mussolini, liberandoci dall’egemonia del petrolio potrà rimettere a posto questo mondo impazzito.
Ma ciò che lascia di sasso è il silenzio complice dell’Europa, della Sinistra Europea ed Italiana, per anni compagna di governo di certi settori della Chiesa, che è sempre disposta a tollerare qualsiasi cosa ci venga imposta dai poteri e dai popoli con cui va a patti; mentre grida allo scandalo per ogni atto politico e di governo del Centrodestra, come sempre con la faziosità e disonestà intellettuale che l’accompagnano, tace in colpevole silenzio di fronte ai crimini compiuti da sinistre non europee e lascia che, nel 2008, suoi fratelli cristiani vengano martirizzati senza dar segno di dignità né di senso della giustizia.

11 settembre, inizio dela caduta dell'impero ?

Quanto successo negli stati uniti con le banche, quanto sta accadendo per l’effetto rimbalzo in Europa, quanto accadrà in Italia per il panico chiede riflessioni.
Negli ultimi vent’anni le persone serie e competenti non sono state ascoltate; sono invece stati ascoltati i venditori di fumo, i falsi profeti del marketing arrembante, gli amici degli amici, i disonesti che ammannivano con false teorie gli sciocchi che vogliono sentirsi dire quello che loro pensano e non essere contraddetti. In questa società pervertita, in cui interesse personale, passioni, disonestà e limitatezza intellettuale hanno invaso il mondo, si è concretizzata la crisi di un modello di società fondata esclusivamente su principi economici e sulle basi di una cosiddetta scienza che ha mirato più alla sensazione che alla scoperta della verità e che ha valutato i risultati di ipotesi di lavoro senza tener conto di gravissime controindicazioni sociali, etiche ed ambientali. Politiche populiste e demagogiche ed un capitalismo arrembante hanno costruito una base sociale ottusa egoista e tesa al basso. La gravissima assenza della giustizia ha fatto il resto sulla psiche delle persone, creando mostri affamati di vendetta, gente inetta e vigliacca, poveri disgraziati schiavi delle droghe, del gioco, del bere, del lavoro, del sesso; ha eliminato o reso ininfluenti, sistematicamente, i cervelli, gli animi liberi, le menti generose, i cuori compassionevoli, le persone rette.
In questo momento di gravissima crisi o si fa davvero l’Europa, un’Europa unita non solo nella moneta, ma unita soprattutto nel comune sentire cristiano e nell’esercizio del diritto e della giustizia, oppure solo gli Stati più organizzati, più forti intellettualmente economicamente e patriotticamente, solo quelli sopravviveranno, ovviamente a scapito degli altri stati più deboli attraverso nuove forme di governo delle masse i cui embrioni sono già intuibili: è una legge della Natura e della Storia.
Quegli stati che non sono entrati nell’Europa danno a tutt’oggi alla loro gente la sensazione di una situazione assai migliore: sono più uniti, hanno il senso patriottico dello Stato, conservano fede e tradizioni più salde, hanno un’economia più sicura.
Per chi come noi è entrato in Europa la sensazione dell’esperimento fino ad ora attuato non è delle migliori: ad esempio scarsa protezione dei nostri prodotti e tentativi nazionalistici di contingentamento degli stessi da parte di altri stati.
La riflessione tematica è quindi: il disegno storico politico di un’Europa Unita che, fin dai tempi di Carlo Magno stiamo cercando di rendere realtà, è, alla luce di quanto accaduto e sta accadendo, un sogno ancora corretto? Lo scrivente fautore da sempre di una Grande Europa se lo domanda. Oppure la storia dei nostri padri, funestata da guerre, miserie economiche, ma ricca di idealità, valori umanitari condivisi, senso ed onore dell’appartenenza, fantasia e concretezza, giustizia e severa applicazione delle leggi, sensazione del progresso, ci fa pensare nuovamente ad un nuovo tempo di nazionalismi,? Oppure siamo alla vigilia di gravissimi stravolgimenti epocali da cui sorgerà, ahimè dopo ancora un bel po’ di oscurità, una nuova Era ?
Con la fine della seconda guerra mondiale sembrava (o forse ci è stato fatto credere..), e per un po’ lo è stato, che il mondo avesse finalmente trovato una pace fatta di lavoro benessere ed equilibrio etico-pragmatico.
Dopo un certo rallentamento, non preoccupante, sono invero ricominciati gli scontri di classe, la prepotenza del denaro su ogni valore; e si è rotto l’eden; poi la caduta dell’impero sovietico per primo; poi la progressivo ed accelerante disgregazione dei legami di causa ed effetto in economia, sociale, morale ed ambiente; ma non basta…
Certamente il catalizzatore finale, motore degli sconvolgimenti in odore è stato l’11 settembre con l’assalto terroristico alle Torri Gemelle ed il loro crollo: l’incapacità a prevederlo, nonostante gli apparati e le tecnologie all’avanguardia, e l’assoluta impotenza a difendersi al momento del Popolo Americano, dell’Apparato Militare più potente del Mondo hanno rotto un equilibrio e ridimensionato un mito; Le torri gemelle, gotha del potere economico mondiale, simbolo americano ed ebraico del potere, sono evidentemente state scelte non a caso.
Da quel momento sono emerse la vulnerabilità militare, sociale, organizzativa; con il tracollo bancario è emersa la vulnerabilità economica degli Stati Uniti attuali; è stata drammaticamente sondata, e resa di pubblico dominio, la reale capacità di reazione di chi governa l’informazione vantando scudi spaziali, missili puntati su varie capitali del mondo, potere bellico ed economico ma che si è trovato il fianco scoperto al momento della verità; sono state rese pubbliche le gravi carenze che caratterizzano cronicamente il funzionamento dei moderni stati democratici: disorganizzazione, inefficienza, inaffidabilità, menefreghismo, superficialità. Contemporaneamente sullo scenario del mondo si è mostrato il nuovo volto di un terrorismo feroce, subdolo, ma caratterizzato da grandissima intelligenza strategica (contro la pochezza imperante nell’occidente ricco), da impensabili capacità organizzative, da spaventosa efficienza, da immenso senso della fede fino al fanatismo ed al martirio. E da allora tutto è peggiorato fino alla crisi attuale.
L’Europa, in particolare l’Italia, vedono ora al pettine tutti i nodi procurati dal ’68 in poi: sindacalizzazione esasperata del mondo del lavoro; esagerazione di ammortizzatori sociali; trasformazione dell’apparato pubblico, sanità, trasporti, scuola in centri di collocamento lavorativo lottizzati politicamente senza meritocrazia; perdita del valore del titolo di studio come garanzia di preparazione e fuga dei cervelli; promozione del lavoro pubblico in antitesi con l’intraprendere privato; sindacalizzazione e lottizzazione della Giustizia, con riflessi tragici sulla sua efficienza percepibili dai Cittadini con la perdita del senso di sicurezza; opportunismo e mancanza di assunzione di responsabilità dei membri delle Istituzioni e di chi fa politica; importazione dai paesi emergenti senza controllo e immigrazione selvaggia.
L’invasione cui è soggetto il mondo occidentale, l’Europa, lo scenario mondiale fanno riflettere e tendono a ricreare nella memoria i fantasmi della Caduta dell’Impero Romano d’Occidente indicata formalmente nei libri di storia con la data del 476 d.C., ma iniziata ben prima con il sacco di Roma di Alarico e con l’Editto di Costantino.
Il pensiero è tutto per i nostri figli che, mai l’avremmo pensato, si ritroveranno, i meno fortunati già da adulti, a dover combattere quotidianamente in un mondo sempre più difficile (e speriamo non più bellicoso) e più povero, di giorno in giorno, senza esserne stati adeguatamente e progressivamente preparati, anzi condizionati da una scuola e da una società a vedere tutto semplice e tutto sempre come un gioco.
Ma i figli dei poveri che irrompono nelle nostre realtà sono ben più forti dei nostri…
Questo nuovo governo, per la prima volta da anni, ha messo insieme una serie di persone serie ed efficienti che avranno dunque un compito assolutamente gravoso da svolgere per tentare di rimettere in carreggiata la situazione; già hanno fatto vedere alcuni intereventi forti, impopolari ma di responsabilità; speriamo solo che la situazione economica e del lavoro non peggiori bruscamente perché la gente impaurita potrebbe nuovamente rivolgersi ai falsi profeti del tutto garantito. Speriamo che esistano ancora e resistano volontà coraggio ed unità degli Italiani: il Sud è prostrato come non mai ma serpeggia più forte che mai il senso di ribellione; il Nord, specie il Nordest, da locomotiva solo economica deve recuperare Valori e riprendersi il ruolo di traino politico e sociale del Paese; non c’è più spazio per divisioni e mediocrità, serietà e merito devono tornare a far parte della percezione del quotidiano.

giovedì 18 settembre 2008

Sinistra moralizzatrice

La sinistra ora tira fuori l’arma della moralizzazione.
Non mi pare proprio che questa nuova sinistra che deriva dal PCI e si è scrollata di dosso solo l’aspetto visibile più duro del Comunismo possa parlare di moralizzazione.
Moralità, dunque etica, non si intende nella civile convivenza solo come il fare atti osceni in luogo pubblico, fare la puttana o il ladro; moralità riferito alla politica sta a significare prima di tutto non piegare la verità ai propri interessi, non condizionare il pensiero della gente per usare il popolo a fini di potere e/o di interessi personali, ma vuole spesso dire fare ciò che è giusto anche se scomodo o impopolare
Non mi pare proprio che gli eredi, anche se un po’ annacquati, del 68 possano parlare di moralizzazione; loro che parlavano di amore libero e dissoluzione della famiglia, di ateismo e di religione della droga libera, al solo scopo di distruggere i più forti capisaldi della cultura sociale italiana; sono riusciti solo in parte ad eliminare quei valori che non gli permisero di farci annettere alla “madre Russia”.
Cosa c’era di morale nel fatto che personalità della sinistra fossero nel libro paga dell’ URSS ed operassero quotidianamente per farci divenire una delle repubbliche sovietiche ? Forse c’era qualcosa di morale nei picchetti delle fabbriche e delle università che bastonavano e bloccavano un padre di famiglia o uno studente che non la pensava come loro? Cosa c’era di morale nella occupazione della Scuola come mezzo per condizionare le menti dei giovani a quanto è bello il comunismo e crearne i suoi soldati? Cosa c’è stato di morale nel diploma garantito, nel 27 politico, nella lauree di gruppi di centinaia di persone che hanno creato masse di incapaci incolti ed hanno sortito l’effetto (studiato a tavolino) di annullare il valore del titolo di studio, al fine lavorativo, beffando le aspettative di tante semplici famiglie che hanno sacrificato per far laureare il proprio figlio con l’aspettativa di una sua vita economicamente migliore, costituendo nuove fasce di lavoratori da sindacalizzare e portare in piazza? Cosa c’era di morale nei medici scioperanti che lasciarono morire pazienti incolpevoli? Cosa c’era di morale negli operai che sabotavano il lavoro italiano? Cosa c’era di morale in quei pacifisti che muniti di spranghe, sanpietrini, tirapugni e molotov gridavano ed ammazzavano nostri lavoratori delle Forze dell’Ordine? Cosa c’era di morale in quei giovani per lo più di ricca famiglia che, lasciata al sicuro la Porsche, nelle manifestazioni rovesciavano ed incendiavano le utilitarie di lavoratori e le vetrine di piccoli negozianti? Cosa c’era di morale in quanti si definivano democratici e poi dicevano e facevano “ taci tu che sei fascista… e… uccidere un fascista non è reato” ? Cosa c’è di morale in quei prepotenti che vanno a disturbare un pochi di vecchi durante onoranze ai caduti? Cosa c’è di morale oggi in quei democratici sempre in cattedra unici detentori di verità e giustizia che offendono aspramente e demonizzano chiunque non la pensi come loro anche se legittimati dal voto popolare? Cosa c’è di morale in certa giustizia che diventa il braccio armato di una fazione politica? Cosa c’è di morale nel fallimento di una medicina democratica che ha illuso e poi abbandonato i malati mentali e le loro famiglie? Che cosa c’è di morale nel giustificare l’occupazione di case di povere famiglie italiane da parte di extracomunitari o nel dare maggior sostegno ai lavoratori extracomunitari per accaparrarsene le simpatie politiche, abbandonando la forza lavoro locale? Cosa c’è di morale in una tassazione che soffoca solo quella parte del popolo italiano costituita dai tanti piccoli imprenditori e quanti rischiano in proprio? Cosa c’è di morale nel non dare luogo a condanne esemplari nei confronti chi uccide, di chi scappa dopo un incidente, di chi stupra le donne, di chi soprattutto abusa dei bambini o alimenta il mercato della pedofilia?
Un capitalismo sfrenato che ha posto i soldi come unico fine della vita, ed un comunismo di bottega, sorto da una lotta fratricida e che non ha mai riconosciuto né abiurato i delitti compiti, che ha condizionato a pretendere ogni diritto senza riconoscere alcun dovere hanno rovinato l’Italia: hanno distrutto la scuola, il diritto, nella gente il senso di responsabilità e di colpa, ogni valore morale tradizionale, la famiglia, il senso dell’onestà e la religiosità; nei giovani il senso vero della vita, rendendoli pronti ad uccidere quando non sanno come passare il tempo o per soldi. Questo è un Paese in cui nessuno vuole più lavorare, tutti vogliono il titolo di studio senza fatica, un lavoro ricco, tanti soldi e soprattutto divertirsi, non fare figli, non prendersi più alcuna responsabilità, vivere solo il presente senza fede né speranza, senza più senso né voglia di futuro; e se succede qualcosa di grave negare sempre o scappare.
Certo bisogna moralizzare, ma certamente non si possono prendere lezioni da questi signori che sputano sentenze senza guardarsi indietro: si sono presentati come il baluardo contro il capitalismo, ma nei fatti hanno spartito insieme il Potere.
Chi ha mai difeso tutti quei cittadini né dipendenti pubblici, né dipendenti delle grandi aziende ? Per tale scandaloso comportamento oggi la maggior parte dei vecchi mestieri artigiani, che grande hanno fatto il nostro Paese nella Storia, sono già scomparsi.

Convegno del Senatore M. Castro di A.N a Vittorio Veneto

Certo il Professore portato al Convegno dal Senatore di AN Maurizio Castro ha fatto un’analisi precisa che ha aggiunto ai dati da tempo in possesso ai Vittoriesi l’elemento a sua detta contrastante del calo demografico, fermandosi a questa fase introduttiva senza dare soluzioni.
Dopo alcuni cittadini rappresentativi delle categorie lavorative il senatore M. Castro in un discorso di assai elevato lessico oratorio ha comunque dato un primo indicatore progettuale per la risoluzione del problema del recupero della Città indicando nella Città del Lusso e del Bello, anche architettonico, della scuola di alta qualità il nuovo ruolo della Città e ipotizzando nei 2 centri storici di Ceneda e Serravalle i nuovi poli di sviluppo economico e commerciale sia per il fallimento del Centro cittadino in tale ruolo sia per la sua impossibilità ad ospitare una nuova struttura commerciale di richiamo.
Nulla da eccepire sulla qualità della destinazione Vittoriese, sullo sognare in alto, sperando di trovare chi i sogni sarà in grado o vorrà realizzarli dato che il nostro libro dei sogni è particolarmente voluminoso…ma sul far sopportare tutta la spinta commerciale ai due centri storici qualche legittimo dubbio a chi si occupa da 30 anni di urbanistica e di politica cittadina sorge.
Tant’è che lo scrivente nel suo programma politico indicava un’alta qualità dell’architettura ed uno spinto sviluppo turistico e ricettivo propulso da grandi opere, come una seggiovia/cabinovia che vada ad unire l’area Borca, l’Italcementi, assunta a nuovo ruolo cittadino garantito da collegamento pedonale e con apposita navetta al Centro Città, con attività del tempo libero in comune di Fregona, ed un ipermercato a più piani posto in piazza medaglie d’oro o nell’attuale sede dell’ ATM, il tutto collegato alla viabilità predetta e tutt’uno nella nuova isola commerciale del centro commerciale ed amministrativo della Città, già esistente, ad iniziare da via Carducci (angolo con Visentin) e fino alla via posta a lato della piazza del popolo, in un tutt’uno con la piazza del Popolo in gran parte pedonalizzabile.
Le idee sono tante, il problema sta nel riuscire a sciogliere quei potentati che a voce applaudono al rinnovamento ma, dietro le quinte, frenano lo sviluppo cittadino solo per garantirsi intonso un mercato da una vera e propria concorrenza, manovra che ci sta portando all’esaurimento dei mercati stessi.
Complimenti comunque alla prima uscita di M. Castro, che ha avuto una grande presenza di pubblico, assortito tra tutte le tendenze politiche cittadine e la rappresentanza delle maggiori associazioni cittadine del lavoro e del sociale.
Sarà comunque dura costruire un PDL cittadino con una AN inesistente ed una Forza Italia da sempre poco organizzata e scarsamente presente (a parte l’impegno dell’amico con il camper) e con una Lega, invece assai organizzata ma, soprattutto, basata sulla forza della partecipazione di iscritti e rappresentati come militanti e volontari, e non come ospiti di qualche salotto bene.
Sarà comunque necessario costruire, anche da noi sempre indietro un po’ su tutto, una mentalità unitaria per un nuovo soggetto politico; pena la perdita della Città in favore di un centro sinistra agguerrito attento e soprattutto radicato nel Comune come già lasciano solo intravvedere i primi seri attacchi di questi giorni.

Gentilini commento su Avvenire

Il prosindaco Gentilini, se andiamo a sentire i Trevigiani, sarebbe ancora Sindaco eletto a furor di popolo; non spetta a me la sua difesa dato l’ampio stuolo di vassalli e valvassori che lo seguono, ma vorrei spendere due parole visto l’’attacco, non senza coloritura politica, che gli è giunto da Marina Corradi da Avvenire, quotidiano che lo scrivente legge ogni domenica con attenzione e piacere in una parrocchia marinara.
Certamente Gentilini usa un lessico popolano, ma per questo è amato dalla gente, certamente a mio parere ha una posizione eccessivamente severa ed intransigente con gli extracomunitari, ma mi pare che dare la colpa a lui dell’assassinio a Milano del giovane extracomunitario sia un atto di analisi superficiale dei fatti o di malafede politica.
Intanto non mi piace il fatto come oggi in presenza di criminalità dilagante si minimizzino i reati minori; certo un assassino va punito più severamente di chi ruba le frittelle, ma comunque anche quest’ultimo ha compiuto un reato, che per di più si cala su una popolazione vessata dalle tasse e problemi economici, che non trova giustizia nelle aule di giustizia per i continui piccoli soprusi fatti da chi è conscio che in questo clima vige ormai l’impunità per i delinquenti minori, da chi non ne può più di non poter lasciare aperte le finestre di casa né può starsene tranquillo a casa sua, di chi è continuamente oggetto di truffe, furti e soprusi anche piccoli.
Indubbiamente l’assenza di uno Stato che funzioni come un padre, buono giusto che da l’esempio ma anche severo quando deve, di istituzioni allo sfascio, di caduta verticale dei Valori, di decenni di politiche che hanno pensato a sfruttare l’Italia, di politiche di questi ultimi anni che appoggiano ora i cittadini italiani ora gli extracomunitari, a seconda degli interessi convenienti di parte, senza considerare che chi vive regolarmente, lavora, paga le tasse, si comporta bene ed accetta leggi costumi e tradizioni italiane ha ogni diritto ad essere comunque rispettato, ha condotto alla situazione attuale delle principali città italiane creando i presupposti per uno scontro.
Quindi siamo tutti seri ed onesti.

Flagelliamoci sempre

Qualche giorno fa, facendo sperare, Alemanno e la Russa si sono esposti difendendo l’onore della Repubblica Sociale ! Subito la doccia fredda con la controreplica di Fini sul Fascismo male assoluto e leggi razziali.
Mio padre fu volontario della Repubblica Sociale nella Decima Mas, battaglione Barbarigo a neanche 17 anni. Dopo il combattimenti di Anzio e Nettuno fu preso prigioniero e trasferito al carcere di Padova; si salvò da quei partigiani che andavano a prelevare “macelleria” solo perché irriconoscibile per gli effetti del lanciafiamme.
Tornato a casa fu tra gli organizzatori del recupero dei morti gettati nella foiba del bus de la lum in Cansiglio ed in altri anfratti carsici e dei corpi di altri infelici trucidati in vari modi nei paesi circostanti; nonostante gli orrori che gli sentii descrivere non si volse mai all’odio, operò solo per cercare di ridare dignità ai caduti ed a quanti, continuamente infangati e violentati dalla storia fatta dai vincitori, avevano tentato di salvare l’Onore dell’Italia.
Sebbene ancora ragazzo, percepivo la sua infelicità e rabbia per l’ingiustizie e le persecuzioni continuate per anni, le ipocrisie degli aggregati al carro dei vincitori, le false testimonianze dei mandanti e degli esecutori delle “epurazioni”; mai però percepii in lui cattiveria, quell’odio insano disumano e bestiale che deve aver condotto la mano di chi rastrellò torturò ed assassinò semplici cittadini di ogni età per puro gusto della violenza, per vendette personali, di chi gettò viva nella foiba una giovane donna incinta dopo averla violentata, di chi sgignazzava sparando ad uno dei due prigionieri, con le mani legate dal reticolato, fatti camminare sul tronco dell’albero in bilico sulla voragine in modo che il ferito trascinasse giù vivo il suo sfortunato compagno di sventura, il quale sicuramente avrà pregato di esser lui il fortunato a ricevere il colpo fatale. Quando mio padre descriveva i corpi dilaniati, i segni delle tremende torture con tanti maschi persino evirati prima di essere gettati nel baratro, mai sentii odio verso quei disgraziati autori materiali di tali tremende azioni che descriveva come pazzoidi e comuni delinquenti, ma percepii la sua rabbia per chi volle lasciare libera la furia degli istinti più bassi, e la grande tristezza per la drammaticità di quei tempi che pesano ancora sulle coscienze e sulla vita civile e politica italiana .
Sentii comunque viva la sua speranza nella Storia nei confronti dei subdoli mandanti, di quanti lasciarono che si compiessero tali e tanti misfatti; solo da poco se ne osa parlare da parte dei perdenti, talmente quel Periodo del Terrore li bloccò per generazioni; le prime voci credute di denuncia ci sono venute da onesti partigiani, da oppositori del regime fascista che dovettero tollerare tali eccidi, ma che non li condivisero e da qualche tempo hanno contribuito efficacemente, insieme alle confessioni in punto di morte di qualche esecutore, a far luce su quanto successe per riscrivere la Storia di Tutti gli Italiani.
Posso dunque capire che da parte di certi personaggi, correi di tali efferatezze, si cerchi pervicacemente di occultare i fatti; che in certi partiti permanga la chiara volontà di richiudere la porta alla Storia per non perdere il benefit strumentale, cui ricorrevano per mantenersi al potere, che da tempo non regge di fronte alle sfide che il Paese deve affrontare.
Non riesco invece a capire in quale strategia politica si collochi la continua autodenuncia di Fini, pur considerando che parla del Fascismo e non di Mussolini; né regge l’ipotesi di un gioco di squadra con i suoi colonnelli; come Berlusconi abbia per primo descritto il Comunismo, meraviglia solo per il rumore del silenzio di una destra che, per decenni, si è servita di anticomunisti e fans del Duce per raggiungere il potere; chi dunque ama flagellarsi, continui pure a farlo ma, per amore di giustizia e… della Storia, cominci anche a dire anche la verità sulle stragi dei Comunisti nostri e stranieri, di ebrei e non di Stalin e di tanti altri emeriti compagni, sulla bombe di Hiroscima e Nagasaki; per i Più il non farlo è ormai più dannoso che farlo.
Questo povero paese sta crollando di giorno in giorno: per ricostruirlo è d’obbligo non più rinfocolare gli odi, ma è anche necessario “aprire alla verità” senza scontri, riconoscere istituzionalmente l’onore e la dignità dei morti di ogni colore: tutti i nostri fratelli, che si sono uccisi tra di loro, ci chiedono da tempo un atto di intelligenza e di pietas solo dal quale solo può nascere la riappacificazione degli Italiani, unico possibile punto di partenza per la rinascita di una Nuova Politica seria matura e responsabile. Se invece siamo destinati al tracollo, continuiamo pure con Brenno; ma se lui incuteva paura, quanti dei vinti difendevano o non contrastavano il suo dire suscitavano ben altri sentimenti.

giovedì 31 luglio 2008

La guerra di ogni giorno

Da circa 40 anni, ogni anno peggio, siamo tutti in guerra contro tutto e tutti.
Non comprendiamo in questo momento le guerre vere, che continuano ad insanguinare varie parti del mondo, ma parliamo della nostra attualità "pacifica" di ogni giorno.
Ogni giorno una lotta per difendere i propri prodotti con l’estero, per le immondizie e l’inquinamento, per la sopravvivenza energetica, per il posto di lavoro, per finire il mese, per riuscire ad incassare quanto ci è dovuto, per riuscire a concludere i nostri legittimi progetti nonostante la defatigante burocrazia crescente, una lotta quotidiana per la propria salute, per difendere diritti e valori veri quotidianamente calpestati, per difendere i nostri figli da diseducazione e lavaggio del cervello istituzionalizzati e ammanniti anche attraverso il divertimento e la TV !
E tutto ciò secondo nuove forme di violenza, non più guerre e sangue, non più qualche salutare ceffone o compito in più da svolgere, non più richiami sul lavoro o perdita del posto, non più confronti fisici, non più dimostrazioni di coraggio o di eroismo, non più momenti di solidarietà nella tragedia.
Oggi ti devi confrontare con le multe, le sanzioni amministrative e penali, con chi non paga il tuo lavoro e ti ride in faccia, con chi ti obbliga a licenziarti senza che di fatto ci sia più nessuno a difenderti quando sei inserito in piccole aziende, con chi ci mette 1.5 anni per farti un semplicissimo computo degli oneri dopo che tutte le carte gliele hai fornite Tu, con medici che ti obbligano a curare tuo figlio (anche se non hai fiducia in tante teste di cazzo che oggi hanno preso una laurea) altrimenti riescono a farti togliere la patria potestà; oggi lotti dando tutta la tua misera pensione alla famiglia di tua figlia che non ce la fa ad arrivare alla seconda settimana continuando sacrifici su sacrifici fino al giorno della tua morte, per ottenere da Stato, Regioni, Province, Comuni ed enti pubblici una carta che ti serve per un motivo necessario ed impellente e che regolarmente ti danno dopo immani contrasti e fatiche quando non ti abbisogna più perché ti sono scaduti i termini, una lotta contro una galera che ti possono dare per aver fatto un progetto non del tutto esatto in zona di beni ambientali mentre i delinquenti veri escono dai carcere per decorrenza dei termini condoni sanatorie varie e tanta comprensione; una lotta dall’asilo in su (senza speranza) per cercare di far rimanere tuo figlio come gli hai insegnato ad essere fin da piccolo mentre una scuola impreparata e politicizzata cerca di farne un adepto obbediente da mettere in fila, per difendere le tue proprietà da una delinquenza sempre più incalzante e violenta.
E tutto nella frenetica corsa odierna per…finire, più presto e depresso, dentro la tua cassetta di legno personalizzata.

Il Sindaco per Vittorio Veneto

Mentre la Politica “in alto” si è recentemente drammaticamente resa conto del fatto che la gente chiede serietà impegno efficienza e lotta agli sprechi, leggendo in questi giorni la diatriba da poco iniziata sul Sindaco, a chi spetta esigerlo o no, è manifesto perché Vittorio stia diventando un Pensionato.
Il momento mondiale, quello europeo, quello nazionale, sono assai seri dal punto di vista economico, ambientale, culturale ma soprattutto etico; qui a Vittorio Veneto quest’aria non è ancora arrivata: che sia perché quelli in pianura per un verso e quelli sulle vette spaziano con lo sguardo e con la mente, mentre nelle conche delle valli pare abbiamo minore visuale ? La diatriba di inizio è di quelle straviste dai cittadini ormai distaccati, sterile se non pericolosa; magari fosse un gioco concordato per il risultato!
Pare ovvio che i risultati elettorali già conseguiti diano un diritto di precedenza in un sistema democratico, ma altrettanto che tale prerequisito debba poi cedere il passo nel caso di intervenuta presenza di candidati dai più condivisi. Credo sia ora di costruire seriamente ed in tempi rapidi un PDL concretamente esistente ed operante sul territorio (ma gli interventi sui giornali paiono non confermare tale comprensione né tale volontà); l’operatività della Lega, che si può discutere, è comunque una concreta realtà operativa da due tornate ammnistrative; tra siffatte due operatività si dovrebbe aprire un confronto, distinto da forte e cameratesco spirito di competizione verso l’alto, per fare emergere “maieuticamente” quel candidato che riesca a raccogliere la valutazione ed il rispetto anche tra le file dell’opposizione; nell’entusiasmo della corsa non si può dimenticare, almeno chi crede ed opera (nonostante tutto…) per una politica con la P maiuscola, che è grave errore lasciare spazio ad operazioni personalistiche o di fazione visti i tempi ed i “numeri” delle ultime politiche.
L’innovativo spirito costruttivo di centrodestra, che ha già dato i suoi frutti visibili sulla città, nonostante molteplici cadute politiche non solo di stile, deve non solo continuare ma soprattutto concretizzarsi finalmente in quegli interventi essenziali, non più solo dell’ordinario, che decreteranno o no il futuro di questa Città, per i nostri giovani, perche non siano più costretti ad andarsene a cercare lavoro altrove e per non dover più vivere solo di memorie: è una grande responsabilità.

Gli squadristi di Ernesto Brunetta

Solo ieri sera, mi è stato fatto notare con risentimento il secondo articolo sul libro di Ernesto Brunetta, ex Consigliere DS, sullo squadrismo fascista nella Marca, che più che parlare del libro si è preoccupato di pubblicare i nomi di tanti “nonni”, benemeriti o meno del Regime, già pubblicati in altri libri precedenti, guarda caso in periodi particolari.
Lo scoop del Gazzettino era assicurato, visto che i libri si leggono meno dei quotidiani, e tanti si sono meravigliati di trovarvi i nomi di Comisso e persino quello di Carnielli e di tante altre note Famiglie Vittoriesi, personaggi di cui certamente non si può sparlare solo perché erano fascisti.
D’altronde se, come la propaganda rossa, di fronte alle piazze traboccanti di Italiani, ci ha raccontato che la maggior parte erano obbligati ad aderire da un regime violento, allora queste persone, che in piena epoca di Pryvaci si vorrebbe additare al pubblico ludibrio, ne escono per lo più giustificate; se invece ammettiamo fossero volontari senza alcuna forma di coercizione, allora non possiamo continuare a negare che tantissimi italiani entusiasti riempissero le piazze italiane.
Lo scrivente non si scompone più di tanto per l’articolo: è l’ennesima riprova dell’unica bandiera consunta di una certa fazione della sinistra, incapace di considerare onestamente anche i suoi fallimenti e le sue responsabilità, invecchiata nell’odio senza essere maturata; la pubblicazione dell’elenco con i nomi e cognomi dei Cittadini, estratto da un testo redatto durante il regime con ben altri scopi, conserva infatti, anche se solo in frazione, il sapore delle liste partigiane di proscrizione, dal 1944 in poi, con cui fu decretata e meticolosamente effettuata l’eliminazione fisica di decine di migliaia di italiani anticomunisti e non, militi, civili, donne e bambini, preti.
Ben diverso il sapore di altri libri, prendendo anche solo quelli fatti da onesti intellettuali di sinistra , in cui si è parlato del triangolo della morte e delle ragioni dei vinti, e che ancora non hanno affrontato gli eccidi del Bus de La Lum e di tante altre foibe o luoghi di tremende esecuzioni sommarie, a noi anche molto vicini, la cui responsabilità storica e morale certo non può essere scaricata sui “fascisti”.
In questa Italia, a differenza di altri paesi, si è sempre prepotentemente rifiutata una pacificazione degli animi perché, per troppo tempo, si è governato basando il mantenimento del Potere sulla perpetrazione di odio e vendetta e non sul conseguimento di risultati per il Paese: prova ne sia il fatto che siamo ancora schiavi di chi ci vende l’energia, di chi ci ha aiutato dal primo dopoguerra, incapaci di difendere i nostri prodotti dalle “interessate” restrizioni europee e dalla concorrenza sleale di paesi emergenti.

martedì 24 giugno 2008

Lorenzo Manzoni Cavaliere al merito della Repubblica Italiana

Domenica 22 giugno Lorenzo Manzoni ha festeggiato con un pranzo, a cui hanno partecipato oltre 120 persone, la sua onorificenza concessagli dal Presidente della Repubblica di Cavaliere al merito della Repubblica Italiana.
Tali e tanti i segni di ringraziamento da parte di membri del Governo dell’Argentina e di tanti enti pubblici, Ospedali, ecc., per il lavoro di volontariato svolto dal 73enne Lorenzo Manzoni in aiuto della popolazione argentina, in particolare quella del Rio Negro particolarmente colpita dalla grave crisi economica, che il Nostro Presidente non ha esitato, dopo aver attentamente vagliato la pratica, a conferirgli con apposito decreto l’onorificenza di Cavaliere al merito della Repubblica Italiana.
L. Manzoni e la sua signora da soli hanno recuperato quantità inimmaginabili di vestiti, medicinali, generi alimentari di prima necessità, da commercianti locali, ospedali, rappresentanti, ecc., ed hanno provveduto sempre da soli ad impacchettare gli aiuti ed a spedirli a proprie spese ( e con pochi modesti aiuti degli amici) in ripetute occasioni fino in Argentina: questi due anziani coniugi, con pensioni modeste, ammalati, lui anche di cancro, ma attivi e solidali hanno fatto tutto ciò da soli.
L. Manzoni era iscritto al mio circolo politico; poi entrambi, insieme alla quasi totalità del mio circolo (di oltre settanta iscritti) abbiamo abbandonato il partito per motivazioni inerenti per lo più alla gestione provinciale; ad un giovane vittoriese, già iscritto al mio circolo ma ancora in contatto con importante dirigente politico regionale, avevo chiesto di interessarsi affinché a L. Manzoni il partito offrisse, almeno, un biglietto di andata e ritorno per l’Argentina in occasione di un viaggio ufficiale che costui avrebbe fatto accompagnando il Dirigente predetto, ed avevo chiesto che a Manzoni fossero fatti in quella terra dei pubblici ringraziamenti.
Nulla di quanto richiesto venne mai fatto ed addirittura L. Manzoni venne snobbato dal giovane membro di partito.
Nel maggio del 2006 ho iniziato a richiedere formalmente un’onorificenza per Lorenzo Manzoni ed ho scritto al presidente della Repubblica; dopo varie domande, l’invio di copiosa documentazione, ed integrazioni, finalmente in data 15 gennaio 2008 mi è giunta la comunicazione che in data 27 dicembre 2007 il Presidente della Repubblica aveva firmato l’apposito decreto di nomina.
In data 12 giugno 2008, il Consiglio Comunale di Vittorio Veneto ha consegnato al sig. Lorenzo Manzoni la nomina in originale con gli applausi di tutti i presenti.
Sono veramente felice che quest’uomo generoso, non sempre trattato bene dalla vita, abbia ricevuto questa importante onorificenza che finalmente rende giustizia ad un uomo che ha anteposto il fare al dire.

Educare i figli alla Vita

Ragazzini che si riuniscono in baby gang; ragazzi che violentano ed uccidono una compagna e poi di fronte al GIP dopo la confessione chiedono “candidamente” se possono tornarsene a casa; giovani che fanno giochi mortali con armi, moto e auto; suicidi infantili per motivazioni senza peso; neopatentati che investono e scappano; giovani che a feste private demoliscono letteralmente appartamenti o villini costosi; coppie che si sposano o vanno a convivere e comprano appartamenti esagerati con mutui impossibili anche se privi entrambi di lavori certi….
E l’elenco potrebbe andare molto avanti…
Oltre ai giovani criminali, in pericoloso costante aumento, frutto, come più volte detto, di una società vuota e marcia nella quale è rimasto solo il valore del denaro, è assai preoccupante l’irresponsabilità di molti giovani e ci si meraviglia che troppo spesso provengono dalle cosiddette buone famiglie.
Questa generazione è il frutto di genitori “inesistenti”(non c’entrano con Calvino…), della Play Station, dove ammazzi, ti ammazzi, spari, ami, corri, fai la guerra, giochi, tutto senza mai alcuna responsabilità né soprattutto conseguenza personale!
Ai miei tempi (frase che denuncia già l’oltre mezzo secolo vissuto…) ad ogni azione corrispondeva una reazione:
se non studiavi ti bocciavano (quando venivi a casa con una nota intanto le prendevi e, guai a te, se ti permettevi di criticare l’insegnante perché ne ricevevi doppia dose) ;
se disobbedivi i tuoi genitori erano problemi tuoi seri (oggi un branco di imbecilli discute nei salotti buoni ? di autorità e di autorevolezza senza minimamente conoscerne il significato);
quando baruffavi con i tuoi coetanei ti rendevi conto che potevi essere anche tu quello con l’occhio nero (nel nostro consesso civile erano allora molto rari i fenomeni di bullismo organizzato, mentre assai più frequenti i “contatti personali” per una ragazza o per altre incomprensioni) e non ne facevi un dramma;
a nessuno normale passava per la testa di stuprare la compagna di scuola e poi di ammazzarla pensando poi tranquillamente di tornare a casa impunito;
casi rarissimi i suicidi di ragazzini;
ma, soprattutto, quando ti morivano i nonni a casa tua veniva allestita la Camera Ardente, tutto nero e viola: la salme rimanevano visibili e toccabili nella cassa aperta e nella notte precedente la sepoltura c’era la veglia di preghiera; e ti facevano baciare i nonni morti e tu te li ricordavi vivi; nel mio caso l’uno, fabbro e artista, mentre forgiava cose meravigliose col ferro, mentre mi insegnava a disegnare i cavalli, a fare i richiami per gli uccelli, mentre uccideva con un sol colpo fatale galline e conigli, per non farli soffrire, cui fino al giorno prima aveva parlato affettuosamente mentre gli dava da mangiare; l’altro, maestro e famoso latinista, me lo ricordo che mi insegnava a fare gli incalmi alle viti, a fare il vino e la grappa, che mi insegnava analisi logica alle elementari, che mi insegnava il latino leggendomi l’Eneide e poi la sua traduzione a cui si era per anni dedicato, quando mi leggeva le canzoni che aveva scritto per il Re e Mussolini.
La Vita e la Morte erano presenti, conosciute e considerate senza paura, nell’ordine delle cose create da Dio.
Oggi le giovani generazioni per lo più vivono un mondo virtuale, appositamente costruito per ingannarli ed usarli a meri fini di potere e di economia, un mondo dove tutto è canzonetta, coca cola, vuotezza esteriore ed interiore! La morte “è” un’invenzione dei film e della play station!
Solo quei giovani più sfortunati, colpiti negli affetti più importanti o nella stessa loro salute, imparano di colpo la VITA, fuori dagli schemi miseri ed inutili della Scuola inefficiente, fuori dalla visione imbonitrice della TV, fuori dagli oceani di stupidità, malvagità, ignoranza, ossessione, erudizione,commercio, ecc. in cui navigano in Internet.
Non è vero che tenere i figli fuori dalle realtà della vita gli faccia bene: è vero semmai il contrario, dato che in questo mondo attuale le brutture sono aumentate bisogna difenderli insegnando loro a difendersi, e ciò rimane compito esclusivo dei genitori che soli possono “leggere” insieme ai loro figli le cose brutte del mondo, di cui anche essi sono responsabili, insegnando loro ad intuire i pericoli ed a considerare le cose nel modo giusto.
Ma, forse è pretendere troppo da quanti sono stati allevati a nutella e coca cola, senza mai uno schiaffo, avendole tutte vinte fin da piccoli.

venerdì 16 maggio 2008

L'attività del demonio

Preoccupa il grave declino morale della nostra società: perversioni sessuali e criminali, prostituzione dilagante, assenza di principi ideali responsabilità e senso della realtà nei giovani, assassini e criminalità minorile in spaventoso aumento, droga e ogni mezzo chimico e non per rimbambirsi, il denaro ed il divertimento come unico motore di gente senza più famiglia né scopi.
Sembra impossibile, ma se ci guardiamo intorno vediamo tanta cattiveria; persino gli occhi di troppi ragazzini cittadini sono cambiati, occhi a-morali abituati ad ottenere sempre tutto senza rifiuti, diseducati da discorsi in casa e fuori casa improntati al solo soddifacimento di ogni desiderio e conditi da opportunismo, invidia e avidità di soldi.
Papa Benedetto XVI° , che a mio parere entrerà nella Storia come un grande Papa riformatore, nuova Coscienza di una Chiesa che si era persa insieme alla Società, carismatico esempio per tanti giovani preti, ci richiama ad una fede più salda e meno timorosa e ci parla della presenza forte del Diavolo, del Male.
E un legame sottile collega pedofilia a satanismo, perversioni ed orge sessuali alle messe nere (leggete “io vescovo esorcista” di Andrea Gemma), assoluto nichilismo all’opportunismo ed al materialismo, amoralità criminalità e sfruttamento degli altri alla mancanza assoluta di alcun faro nella vita; omosessualità, comunità allargate e fallimenti di troppe famiglie, basate su legami incoerenti, si collegano ad un avviato processo di sostituzione della "sacra" famiglia con coppie gay , con surrogati di richiamo ancestrale, tribale, magico: Male contro Bene.
Fin da subito una certa intellighenzia politica, vittima delle suggestioni d’oltre cortina, anticlericale arrogante ed oscurantista, ha mal visto, ha osteggiato questo Papa, cercando di insinuare il dubbio di sue simpatie per il Nazismo, chiamandolo irrispettosamente e con disprezzo “Ratzingher” senza “Papa”, per sminuirlo come se fosse il militante della parte avversa indegna di rispetto, e, secondo un copione che si ripete dagli anni ’60, continuando a definirlo nei “salotti buoni” un Papa reazionario non progressista; da schernire perché torna a parlare del demonio.
Ma basta guardarsi in giro per rammentarsi che Bene e male sono presenti: il male continua ad operare e certamente affascina i Più perché più comodo e connaturato alla natura egoista ed aggressiva del lupo umano; il Bene , pur costando sacrifici sempre più faticosi, ti riempe l'anima e ti aiuta nelle prove più difficili.
E’ sempre l’eterna questione del libero arbitrio, della scelta tra il sentiero tortuoso in ripida salita e l’autostrada in falsopiano: spetta solo a Te decidere e non puoi darne la colpa agli altri; di fronte alla vita si può essere soli come di fronte alla morte; io ho scelto di non sentirmi solo, ho scelto la Fede in Dio creatore del Cielo e dell'Universo.

Nuovo Governo

In queste elezioni il Popolo italiano ha dato un forte segnale che non potrà essere ignorato, ha prodotto con i suoi voti una vera Maggioranza di Governo.
Chi governa non avrà più giustificazioni se non si impegnerà, al massimo, per fare quanto promesso in campagna elettorale, con serietà e spirito di servizio.
Dovrà anche rifuggire dallo scontro con un’opposizione double-face, che da un lato si prepara a portare in piazza i soliti noti e, dall’altro, con democristiana serenità dichiara di aver accettato il voto, di aver capito gli errori.
Gli italiani si attendono molto rinnovamento morale e dell’efficienza delle istituzioni, con risparmi nei costi della politica e della macchina pubblica.
Una certa porzione si rende certamente conto che questo Governo non potrà fare miracoli, poiché dopo decenni di decadenza grave è difficilissimo reimpostare un rinnovamento dei costumi, ma sperano che almeno siano fissate le direttive ed i cardini per un nuovo corso della vita civile, sociale, politica ed economica; un’altra porzione manichea vuole invece tutto il cambiamento subito.
La situazione sociale è troppo compromessa per non capire che è ora di dare forti segnali di cambiamento.

lunedì 28 aprile 2008

28 Aprile Uccisione di Mussolini

Oggi è l’anniversario dell’uccisione di Benito Mussolini.

Ad oltre 60 anni di distanza sempre più persone lo ricordano, sempre più vogliono conoscere la verità su l’Uomo che senza ombra di dubbio è stato il nostro più grande statista ed uno dei più grandi della Storia moderna, sempre di più specie tra i giovani leggono libri e documenti che mai come in questi ultimi anni sono fioriti nell’editoria storica.
La Cultura ci insegna che col tempo la Storia e la Verità sgorgano incontenibili dai sigilli che gli uomini di parte hanno imposto con la ragione dei più forti: “Ve Victis” intimò Brenno nel 390 a.c. durante il Sacco di Roma quando pose sulla bilancia per pesare le 1000 libbre d’oro la sua spada”, ma Roma è certamente più ricordata di Brenno .
E così per decenni troppi opportunisti, fatto loro il magro carro dei pochi ed onesti Vincitori, hanno fatto come Brenno, hanno strumentalmente tenuto divisi con l’odio gli Italiani per celare pochezza di idee ed azioni: divide et impera !
Ma ora che questo Paese sta andando incontro ad una serissima crisi, ora che i nodi arrivano al pettine, ora che il lavoratore intravede la seria possibilità di tornare povero, di doversi pagare le cure mediche, di rimetterci la pensione, tutte istituzioni create dall’Uomo che oltre 80 anni fa voleva quell’autonomia economica ed energetica che chi poi ha governato non ha mai neppure cercato di realizzare rendendo questo paese schiavo del petrolio e del gas straniero, ora il Popolo ha cominciato a mettere in discussione la storia con cui è stato allevato ed i suoi “maestri” .
In Spagna c’è un cimitero dove giacciono morti comunisti e morti fascisti della guerra civile; in Italia si stenta a riconoscere il fatto della guerra civile, la maggior parte dei morti fascisti non ha avuto sepoltura e tutt’ora vengono disturbate, quando non vietate, cerimonie di suffragio nei luoghi delle stragi: un Paese diviso che solo se avrà la forza di ritrovare l’unità attraverso la cultura della pacificazione, del riconoscimento degli errori, del riconoscimento della Storia e dell’operato dell’Uomo per il Popolo senza mitizzarlo ma senza negarlo, del rispetto reciproco, di isolare i cattivi maestri e la schiera degli opportunisti prezzolati, solo così potrà anelare a ritrovare un nuovo Rinascimento ed uscire dalla Decadenza culturale, etica, politica, sociale ed economica .
Nonostante la pervicacia e l’odio che alimentano ancora certuni, la Storia si aprirà la strada, anche sul Suo assassinio, su cui sono state confezionate leggende che offendono l’intelligenza delle persone attente ed oneste.

“Requiem aeternam dona eis, Domine”

lunedì 7 aprile 2008

Alcolismo e protezione Prosecco

Sul Gazzettino di oggi in prima pagina gli “eroi” della Formula 1 brindano non più con il vino ma con gassosa all’acqua di rose; altra notizia, Tutti e Dappertutto, persino in Brasile…, producono e vendono Prosecco DOC.
Due facce del problema che oggi si dice ipocritamente di voler risolvere.

Vediamo prima il problema di più semplice soluzione, quello della tutela economica del Prosecco e poi il problema ben più grave dell’alcoolismo:
dalle mozzarelle del sud al vino del nordest, il problema fondamentale è di tutelare senza possibilità di interpretazioni le imprese serie che imprendono, che impegnano capitali e risorse economiche in questo difficile momento socioeconomico; e ciò lo si deve fare immediatamente, senza esitazioni e, soprattutto, senza dare spazio a chi parla di protezionismi, al fine primo di proteggere posti di lavoro, famiglie ed intere zone che “vivono” del nostro prodotto di qualità; non dimenticando controlli più assidui ed a sorpresa, e colpendo con pene esemplari i produttori truffaldini ed avvelenatori: aziende, già a suo tempo trovate a produrre il vino al metanolo, dovevano già essere state chiuse ed interdetti i proprietari a continuare in qualsivoglia modo tale attività; ed invece ce le siamo ritrovate nuovamente a produrre schifezza, ad offuscare il lavoro di tanti invece impegnati nella qualità!
Non è certamente con gli ipocriti esempi, come quello odierno della Formula 1, che si risolve il problema dell’alcoolismo: l’alcolismo, la dipendenza dal fumo, l’uso innaturale di droghe e prodotti chimici euforizzanti non dipendono dalla produzione del vino!
Non si può indurre in inganno la gente portandola a non bere vino, causa l’incremento continuo di alcoolizzati specie tra i giovani; un bicchiere di vino a pasto, lo dicono anche i medici, specie quello nero, ha sempre fatto bene, è un antiossidante, aiuta la circolazione e sarebbe anche anticancerogeno; se anziani, specie in zone fredde montane, ed ora sempre più giovani (non per motivi di duro lavoro al freddo…) si trovano a bere in modo smodato ed a drogarsi per di più, e rientrando il mattino dalle discoteche oltre ad ammazzarsi ammazzano anche altre persone in incidenti spaventosi, la motivazione non è certo il vino, ma una gravissima crisi etica e sociale della nostra attuale “civiltà”, dovuta al fatto che nessuno pensa più ad educare persone sane, ma solo ad utilizzarle come consumatori per fare soldi!
In questa società malata e decadente conta solo il denaro e a questi giovani, che ipocritamente diciamo di voler aiutare, non siamo più capaci da anni di dare, con l’ esempio dall’alto, un senso del futuro, pochi punti fermi, come la famiglia e gli altri valori non negoziabili, in cui credere e per i quali valga la pena di combattere e di sopportare anche duri sacrifici!
Poveri giovani, sono vittime di un grande inganno.

venerdì 21 marzo 2008

Atalmi e Gentilini

La diatriba di oggi tra la sinistra arcobaleno ed il suo candidato Atalmi e Il prosindaco Gentilini ha dato l’ennesima dimostrazione del contenuto di assoluta amoralità in cui si svolge il confronto politico: come popolo abbiamo continuo bisogno che qualcuno ci rammenti i veri valori non negoziabili poiché decenni di liberalcomunismo ci hanno depauperato di cultura, buon senso e buona educazione e rispetto. Non credo e, spero, non basti la solita frasetta, pensata da un pubblicitario rampante, “qualsiasi riferimento a…etc” aggiunta a manifesti in cui un gallo ed un maiale sono cinti da un tricolore con la frase “o lui o Atalmi”, preciso riferimento per il “Lui” al prosindaco di fatto sindaco Gentilini visto l’oggetto della campagna elettorale e delle votazioni per cui sono stati pensati prodotti ed esposti i manifesti, per togliere da responsabilità civili,penali e sociali chi conduce la politica a tale infimo profilo.
Il risultato pubblicitario sarebbe anche di modesto livello date la facilità, per l’elettore distratto (ormai la maggioranza), di confondere i manifesti con una delle tante campagne promozionali dei supermercati o di qualche produttore di salumi e di pollami, ma… seminare odio serve da sempre a raccogliere tempeste.
E cos’ l’uso scorretto del tricolore (da tempo ormai vediamo campagne offensive anche della religione in TV al solo scopo economico di vendere propinateci da novelli imbonitori che si presentano come !artisti!) da parte della sinistra arcobaleno in campagna elettorale c’è e non c’è da meravigliarsene da parte di chi ha prediletto la bandiera rossa con la falce ed il martello e per decenni ha tentato di cancellare il tricolore italiano come simbolo e come realtà nazionale operando per sottomettere l’Italia alla Repubblica Socialista Sovietica.
Trovo quindi la reazione di Gentilini consona al suo stato di Alpino e come tale onorevole e degna del rispetto, in chiara antitesi con l’amoralità diffusa e con l’assoluta assenza di senso della patria e di rispetti per i valori condivisi e non negoziabili che contraddistingue parte del popolo italiano assai diverso dalla maggioranza degli stati vicini e non che ci circondano e con cui ci relazioniamo; una delle tante motivazioni che ci ha fatto precipitare nell’elenco degli stati terzomondismi.

mercoledì 19 marzo 2008

Troppo ricchi e troppi poveri

Dal ’68 è iniziata la delegittimazione di famiglia, scuola, lavoro ed ordine pubblico.
Poiché a seguito della ripresa post bellica, il famoso miracolo italiano, anche la classe operaia aveva iniziato a migliorarsi, a fare le famose rate per l’acquisto della 500, la sinistra internazionale, organizzata e preveggente nel controllo e mantenimento del potere, aveva già intuito che presto avrebbe dovuto avere a disposizione una massa aggiunta di nuovi “proletari”, per incrementare le sue possibilità di conquista dell’Europa sotto la guida dell’Unione Sovietica.
Dovevano però essere ricercati nella parte che si istruiva del Paese e non nelle tumultuose masse popolari, disposte tanto ad andare in piazza con la pancia vuota quanto difficilmente gestibili con la pancia piena, mentre contemporaneamente venivano inquadrati anche i nuovi quadri di potere, sia in ambito istituzionale che in ambito militante/paramilitare.
Ecco così la “formazione” di tantissimi docenti universitari, che a loro volta hanno indottrinato generazioni di studenti condizionati all’esempio dei leaders delle brigate rosse, da tempo inseriti a tutti i livelli nella scuola, nella sanità, nella magistratura, nella burocrazia, nella progettazione e governo del territorio, anche all’interno di corpi delle forze dell’ordine.
Tutto ciò ha portato alla costituzione di una armata che per anni ha operato con coordinamento ed efficienza entro e fuori dalle istituzioni, mirante alla distruzione della borghesia, della classe media, degli intellettuali pensanti e soprattutto dei valori non negoziabili e degli usi e costumi intimamente loro connessi, mirando sempre e comunque al basso al fine di realizzare una società nuova, costituita sul modello comunista sovietico, basata su due estremi, la massa da governare ed i governanti.
Il regime del posto garantito, del 27 garantito prima e della promozione garantita poi, senza alcun vaglio di meritocrazia, del posto di lavoro in cui l’esperto prende uno stipendio quasi pari al neofita, della comprensione e solidarietà tout court a delinquenti, evasi, pedofili, clandestini, ha confuso e sovvertito l’ordine dei valori, ha determinato l’insicurezza totale della nostra civiltà, privata così di tutti i normali e necessari sistemi di controllo e garanzia di qualità di cui un consesso civile ed organizzato deve forzatamente disporre per garantire onestà e serietà delle scelte in campo istituzionale, politico, lavorativo, della ricerca scientifica, giudiziario; ha così prodotto un periodo oscuro in cui ogni tipo di etica è andato perso mancando l’esempio dall’alto e qualunque forma di controllo e sanzione governate dal buon senso e dalla rettitudine.
Il cittadino per bene, ossequioso delle leggi e dei valori, viene così devastato quotidianamente in ogni aspetto della sua vita familiare, lavorativa, civile ed economica: fa sacrifici per far studiare i figli (invece di mandarli ad imparare un mestiere) che poi una volta laureati deve mantenere ad interim; che faccia il suo dovere con più o meno zelo nel suo posto di lavoro, non gliene frega più niente a nessuno, anzi se fa più di quanto sindacalmente stabilito rischia grosso e certamente non viene promosso (si migliora solo leccando… il padrone o il dirigente); viene fermato dalle forze dell’ordine, zelanti con il cittadino come se fosse un rapinatore in fuga, mentre sciamano tra le maglie malconce della giustizia i veri crimini; il povero cittadino diventa anche oggetto di persecuzione, sfogo di frustrazioni, mentre chi erra ma non ha residenza certa sfugge tranquillamente ad ogni controllo; quando va in ospedale, spesso si vede trattato con arroganza da dipendenti pubblici che più nessuno controlla, e poi si ritrova a dover pagare per fare un esame al momento giusto, causa liste di attesa lunghissime: ma sono davvero così lunghe o, agli sportelli pubblici, impiegati compiacenti “esaltano” il problema dei tempi per dirottare i pazienti in strutture private, nelle quali i medesimi lavorano fuori orario o con cui, diciamo, collaborano? E nel frattempo il nostro cittadino spesso viene lasciato dietro, anche nell’ordine della fila e senza motivi di maggior gravità, da extracomunitari con facce certo non da “lavoratori di professione”, favoriti da zelanti infermieri e dottori che male interpretano il senso della solidarietà.
E nel frattempo tasse su tasse, mentre alcuni, astuti privi di ogni senso etico e pronti ad ogni tipo di compromesso e di azione anche se illecita, in tale situazione fuori da ogni controllo, complice il cosiddetto mercato, fanno soldi a palate; e così ricchi sempre più ricchi, a livelli inimmaginabili, ma troppi italiani sempre più poveri; con anziani e pensionati che già vivono in vera povertà se ridotti al punto di dover rubare qualcosa al supermercato per poter sopravvivere (quelli pieni di dignità sono già morti di indigenza ed abbandono): un sistema forte con i deboli e debole con i forti.
In questa finta guerra tra libero mercato e comunismo non ci sono vincitori tra la gente ma solo perdenti; è una lotta tra interessi economici e di potere, che non vuole la via di mezzo, la via che provvede attenta e con equità ai cittadini e contemporaneamente dia sviluppo e ordine al Paese, e che non permetterebbe certamente tale scempio sociale.

domenica 9 marzo 2008

Trabocchetto di Sinistra

Veltroni ed il PD hanno dichiarato di voler andare da soli alle Votazioni.
La solita farsa di Sinistra per fregare il Centrodestra.
E’ vero hanno anche presentato la lista da soli, ma sottobanco hanno già fatto gli accordi elettorali con la sinistra più chiusa, prendendo tre piccioni con una fava: avere garanzia del supporto, al momento del bisogno, dell’ala estrema più compatta; sancire con il risultato elettorale la loro leadership nel centrosinistra; gettare a mare (del naufragio elettorale) le loro frange più radicali ed incontrollabili, ree di aver causato l’ennesima caduta di governo.
Il lupo infatti perde il pelo ma non il vizio.
Attenti, Centrodestra, il gioco si fa sempre più duro mentre noi, dopo oltre sessant’anni, siamo ancora li che baruffiamo e ci dividiamo per personalismi (leggi careghette); oggi anche far “politichetta” è divenuto un mestiere per quelli che una volta definivamo gli “straccapiazze”, gente senza personalità, senza costrutto, ma, soprattutto, senza un mestiere fisso che trova spesso nella politica il modo di rimediare uno stipendio; tu infatti, che ti danni tutta la settimana per lavoro, generalmente non hai tempo per frequentare bar, parrocchia e associazioni e quindi, se anche ti presenti in una lista, ti adoperano per faticare ed alla fine raccatti quattro voti…
Lo scrivente, eccezione alla norma, , ha lavorato tanto come architetto e poi, nonostante un cancro da tanti anni, ha affiancato alla sua attività professionale la politica attiva: aggiungeva così altro lavoro, altra fatica, e per anni ha preso sacchi di voti, anche alle Regionali.
E’ il momento della concordia, della cooperazione, da centro fino a destra; in questo momento la parola d’ordine è tutti attivi intorno a Berlusconi; al bando l’inconcreta litigiosità.
E’ anche una prova di governo, non solo per il risultato delle prossime elezioni, ma per il futuro di questo paese.

Grazie zio Sam

10 luglio 1943
In Sicilia la Mafia Americana prende contatti con i residui inattivi di scagnozzi locali; promettendo loro un futuro migliore, chiedono ed ottengono la loro collaborazione per non far scoprire anzi agevolare gli sbarchi degli Anglo- Americani: "i suoi membri aiutarono le truppe Americane, con azioni di spionaggio ma anche di sabotaggio e con attacchi armati diretti, a conquistare la Sicilia. In tal modo, quando dopo il 1945 fu creato un nuovo stato, Cosa Nostra riuscì a mettere i propri uomini nelle posizioni dell'amministrazione" (Klaus - Rudigher Mai - Le Società Segrete - Mito, potere e realtà) .

E così insieme alla cioccolata, alla Coca-Cola, al sistema capitalconsumistico, ci hanno reimportato i Mafiosi.
Ed oggi eccoci qua…

lo studio fa diventare intelligente?

Ormai diplomi e lauree, a parte poche specialità selettive e richieste, hanno perso gran parte del loro valore e della loro ricaduta economica, in particolare per il grave decadimento della scuola italiana dal 68 in poi: esami di gruppo, insegnanti esperti solo in politica, mancanza di concretezza dei programmi, assoluta mancanza di preparazione di base (a parte i licei classici).
Come conseguenza troppi studenti intelligenti abbandonano e troppi imbecilli o mediocri si laureano e, data la consapevolezza di sé e l’innata predisposizione al lecchinaggio, trovano anche buoni posti di lavoro; poi quando si ha a che fare con queste persone, specie in uffici pubblici ospedali ecc., risultano arroganti e meschine.

Dopo 40 anni è sempre valido il detto veneto di mio padre:
“cossa deventeo ‘na mona dopo la laurea? ‘Na mona co’a laurea”


(scritta dopo incontro odierno con sussiegoso medico)

Calcolo del danno criminale

In Italia tutto ormai si computa in denaro: il danno fisico viene computato secondo precise tabelle dalle Assicurazioni; l’offesa ed il danno morale viene riconosciuto e pagato; il danno di immagine, il danno economico, ecc. seguono trafile confermate.
Nel Paese regna però il disordine: - da una parte incapacità del governo a gestire la sicurezza dei cittadini, criminalità organizzata molto meglio dello Stato, criminalità diffusa, numero sempre più elevato di persone che vivono di truffe, inganni agli ingenui, espedienti, assassini e crimini sessuali specie sui minori indifesi in tragico aumento; - dall’altra parte burocrazia incapace a gestire anche l’ordinaria amministrazione, strade e territorio ormai abbandonati, colline in cui più nessuno opera un regolare sfalcio ne forme di allevamento, marciapiedi e rive dei fiumi incolti con proliferare di serpi e topi, fossati e scoli ripieni di detriti e rifiuti (vedi Napoli), opere stradali e pubbliche necessarie ferme o a rilento per i costi sempre più alti e la mancanza sempre più cronica di fondi, e…mi fermo.
In tale quadro la gente non trova riscontro per le tasse pagate, lavora troppe ore al giorno senza guadagnare, quando non ci rimette, ed è incattivita perché vede criminali nostrani ed extracomunitari neppure cercati (si multa il cittadino perché ha una residenza ed un conto in banca certi) o, nei brevi periodi di loro soggiorno nelle patrie galere per essere “rieducati”, trattati con i guanti bianchi, i libri e la televisione e le puttane! Mentre tu, onesto lavoratore, come un “fesso” scoppi per arrivare alla terza settimana...
Dato che in questo Paese non si parla di pena di morte, né di pene esemplari per i pedofili che scarcerati tornano subito a delinquere, né di certezza della pena per i truffatori o per gli spacciatori, né tantomeno per i mafiosi ed i loro sgherri, ne per gli zingari assassini cui vengono dati gli arresti domiciliari, ed i delinquenti ce li ritroviamo così, tutti per strada quando non dentro le nostre case, impegnati a continuare a delinquere, suggerisco un modo per far espiare e redimere i criminali: si calcoli economicamente il danno che costoro hanno arrecato alla società e lo si faccia pagare con il lavoro.
L’importo computato andrà pagato alla Società facendo compiere ai criminali, previo corso di istruzione, tutti quei lavori descritti all’inizio che Stato ed Enti non riescono più a fare: avranno un tetto sopra la testa pulito (in carcere) e tre pasti al giorno, e sconteranno la loro pena per il periodo calcolato, con libri da leggere e l’uso gratuito di computers per migliorarsi nel tempo libero (uguale a quello di ogni onesto lavoratore).
Ma per quanto riguarda altri agi come la Tv, i film in cd, le puttane ed ogni altro sollazzo dovranno pagarli a parte: certo non con soldi, di cui non dovranno mai disporre, ma con ore di lavoro straordinarie o prolungando la loro permanenza negli “alberghi circondariali”; emergerà così chi è davvero convinto di aver sbagliato e vuole redimersi e rientrare quanto prima a pieno diritto nella Società: lavorerà di più, riposerà e per lo più sacrificherà e non chiederà lussi che gli allungano la permanenza; al suo rientro nel civile consesso dovrà essere accettato e rispettato.
Per i delitti più gravi di strage o di assassinio con abuso di bambini non dovrà essere prevista possibilità di reinserimento nella Società fino alla morte.
Un sogno? Certamente sì per ora; pensate infatti a quanta gente resterebbe a piedi col lavoro e quindi troverebbe mille motivazioni per salvaguardare i propri interessi: dagli psicologi in sicuro calo, ai sindacalisti, agli avvocati, alle imprese di costruzione che si vedrebbero depauperate di lauti lavori pubblici svolti male ed a carissimo prezzo, di tutti i burocrati che arrivano alla sesta settimana con le tangenti delle imprese predette, a tutta quella serie di imbecilli ed opportunisti che prolifera con il proliferare dei delinquenti; ci sarebbe anche chi ci guadagna: certamente i cittadini (in sicurezza, ordine e ambiente), poi molto personale in più per gestire la nuova situazione, i produttori di libri e computers, l’associazione puttane a domicilio, i nuovi burocrati collegati alle carceri per gestire i lavori pubblici (come nuovi posti di lavoro e forse le solite tangenti all’italiana).

Paga e Taci

In Italia la deregulation ci ha portato Stato, Regioni, Province e Comuni che impongono tasse, con un consuntivo finale assai appesantito; se ci dovessero concedere un federalismo “all’italiana” cosa ci dobbiamo attendere?
E così tanti comuni, specie del Nord e senza distinzione politica, hanno ultimamene reso edificabili aree private, anche con effetto retroattivo, per reperire fondi. Dopo anni di blocco totale alle richieste del privato, anche in casi conclamati di necessità, la politica e la burocrazia hanno trovato il modo di introitare soldi, mettendo prima a bilancio somme sempre più ingenti con le multe per divieto di sosta (una volta in bilancio le devono fare), poi per il passaggio ai semafori con il giallo (che in qualche caso è stato svelato persino appositamente accelerato), e recentemente, nell’orgasmo della tassazione, adottando Varianti Urbanistiche che rendono edificabili aree private del territorio “ad abundantiam”, persino in casi ove il bollino si scontra con totali o quasi impossibilità a costruire; indisponibili ad accettare richieste di cancellazione dei cittadini che non sono interessati o impossibilitati ad edificare, o impossibilitati a pagare i tributi; con la conseguenza, in casi ormai non più estremi, di mettere nelle condizioni piccoli ed anziani proprietari di dover cedere la loro proprietà, solo virtualmente edificabile, ad affaristi ed approfittatori.
Sì, avete capito bene! tali aree rese edificabili attraverso varianti urbanistiche adottate dai Consigli Comunali sono virtualmente edificabili, lo sono solo fiscalmente; in parole povere per esigere tributi dai cittadini, che ormai faticano ad arrivare alla terza settimana; dal punto di vista urbanistico infatti, fino a che le Varianti adottate non vengono approvate dalla Regione, i proprietari privati non possono richiedere ed ottenere permessi di costruire e gli stessi Comuni che impongono i tributi sulla virtuale edificabilità, anche per un periodo retroattivo di 3/4 anni, si rifiutano di rilasciare i permessi di costruire in carenza di approvazione Regionale; e nessuno acquisterebbe a pieno valore di mercato un’area solo fiscalmente edificabile.
Da noi accade che per una Variante, la 8/2004, presentata nel 2006 e decaduta nel 2007, ma ancora in Regione in attesa di parere, cittadini, spesso non a conoscenza del mutamento indotto, si siano trovati a dover presentare una domanda in sanatoria (ma che generosi questi Comuni…) per i tributi ICI, con sanzioni addizionali fin dal 2004 ed abbiano pagato obbedientemente (al nord al bar fanno cadere i governi… ma poi, almeno quelli ancora sotto l’imprinting austriaco e fascista, sono i primi a pagare) somme a volte ingenti, senza comunque poter edificare o vendere la loro proprietà .
Da ottobre 2007 la variante è decaduta, e la loro proprietà è ritornata inedificabile e intassabile: - se l’area verrà confermata come edificabile dalla Regione non avranno versato per nulla i loro denari, ma in quel fatidico momento dovranno versare anche l’ulteriore ICI e dovrebbero anche aver pagato all’ufficio delle entrate per l’incremento di valore della loro proprietà; se la Variante non verrà approvata o se delle aree verranno stralciate come faranno i titolari a riavere indietro le somme versate e relativi interessi legali ? la normativa prevede solo che i Comuni possano inserire nel regolamento ICI l’obbligo del rimborso automatico delle somme versate (e gli interessi ?), ma quanti e quali Comuni hanno inserito tale clausola? Ringraziamo Bersani.
Giudici si sono rivolti alla Corte di Cassazione denunciando l’illegittimità del meccanismo, ma una sentenza del 28 Febbraio scorso ne ha invece sancito la legittimità (che però non fa rima con giustizia): povero Paese indietro a colpi di sentenze!
D’altro canto, cosa attendersi da chi ci chiede l’anticipo delle tasse per l’anno di lavoro che dobbiamo ancora iniziare sulla presunzione (per lo più errata) che incasseremo come l’anno precedente ? Forse tra un po’ ci multeranno sulla presunzione (o sospetto) di reato? Auguriamoci che non ci misurino la capacità polmonare per farci pagare, in modo equamente proporzionale all’età e alla nostra stazza…una nuova imposta sul consumo ed inquinamento dell’aria…(speriamo che qualche burocrate non mi legga !)
Tra i veneti circola intanto una battuta: “che il Veneto dichiari guerra all’Austria e, prima dello scontro, da buoni italiani saranno pronti a chiedere l’annessione all’Austria”; è una battuta che rivela sia l’indole certo non rivoluzionaria di certa gente, ma anche la gravissima delusione ed assoluta mancanza di fiducia nelle classi politiche e dirigenti Italiane.

ICI vera area fabbricabile virtuale

In Italia la deregulation ci ha portato Stato, Regioni, Province e Comuni che impongono tasse, con un consuntivo finale assai appesantito; se ci dovessero concedere un federalismo “all’italiana” cosa ci dobbiamo attendere?
E così tanti comuni, specie del Nord e senza distinzione politica, hanno ultimamene reso edificabili aree private, anche con effetto retroattivo, per reperire fondi. Dopo anni di blocco totale alle richieste del privato, anche in casi conclamati di necessità, la politica e la burocrazia hanno trovato il modo di introitare soldi, mettendo prima a bilancio somme sempre più ingenti con le multe per divieto di sosta (una volta in bilancio le devono fare), poi per il passaggio ai semafori con il giallo (che in qualche caso è stato svelato persino appositamente accelerato), e recentemente, nell’orgasmo della tassazione, adottando Varianti Urbanistiche che rendono edificabili aree private del territorio “ad abundantiam”, persino in casi ove il bollino si scontra con totali o quasi impossibilità a costruire; indisponibili ad accettare richieste di cancellazione dei cittadini che non sono interessati o impossibilitati ad edificare, o impossibilitati a pagare i tributi; con la conseguenza, in casi ormai non più estremi, di mettere nelle condizioni piccoli ed anziani proprietari di dover cedere la loro proprietà, solo virtualmente edificabile, ad affaristi ed approfittatori.
Sì, avete capito bene! tali aree rese edificabili attraverso varianti urbanistiche adottate dai Consigli Comunali sono virtualmente edificabili, lo sono solo fiscalmente; in parole povere per esigere tributi dai cittadini, che ormai faticano ad arrivare alla terza settimana; dal punto di vista urbanistico infatti, fino a che le Varianti adottate non vengono approvate dalla Regione, i proprietari privati non possono richiedere ed ottenere permessi di costruire e gli stessi Comuni che impongono i tributi sulla virtuale edificabilità, anche per un periodo retroattivo di 3/4 anni, si rifiutano di rilasciare i permessi di costruire in carenza di approvazione Regionale; e nessuno acquisterebbe a pieno valore di mercato un’area solo fiscalmente edificabile.
Da noi accade che per una Variante, la 8/2004, presentata nel 2006 e decaduta nel 2007, ma ancora in Regione in attesa di parere, cittadini, spesso non a conoscenza del mutamento indotto, si siano trovati a dover presentare una domanda in sanatoria (ma che generosi questi Comuni…) per i tributi ICI, con sanzioni addizionali fin dal 2004 ed abbiano pagato obbedientemente (al nord al bar fanno cadere i governi… ma poi, almeno quelli ancora sotto l’imprinting austriaco e fascista, sono i primi a pagare) somme a volte ingenti, senza comunque poter edificare o vendere la loro proprietà .
Da ottobre 2007 la variante è decaduta, e la loro proprietà è ritornata inedificabile e intassabile: - se l’area verrà confermata come edificabile dalla Regione non avranno versato per nulla i loro denari, ma in quel fatidico momento dovranno versare anche l’ulteriore ICI e dovrebbero anche aver pagato all’ufficio delle entrate per l’incremento di valore della loro proprietà; se la Variante non verrà approvata o se delle aree verranno stralciate come faranno i titolari a riavere indietro le somme versate e relativi interessi legali ? la normativa prevede solo che i Comuni possano inserire nel regolamento ICI l’obbligo del rimborso automatico delle somme versate (e gli interessi ?), ma quanti e quali Comuni hanno inserito tale clausola? Ringraziamo Bersani.
Giudici si sono rivolti alla Corte di Cassazione denunciando l’illegittimità del meccanismo, ma una sentenza del 28 Febbraio scorso ne ha invece sancito la legittimità (che però non fa rima con giustizia): povero Paese indietro a colpi di sentenze!
D’altro canto, cosa attendersi da chi ci chiede l’anticipo delle tasse per l’anno di lavoro che dobbiamo ancora iniziare sulla presunzione (per lo più errata) che incasseremo come l’anno precedente ? Forse tra un po’ ci multeranno sulla presunzione (o sospetto) di reato? Auguriamoci che non ci misurino la capacità polmonare per farci pagare, in modo equamente proporzionale all’età e alla nostra stazza…una nuova imposta sul consumo ed inquinamento dell’aria…(speriamo che qualche burocrate non mi legga !)
Tra i veneti circola intanto una battuta: “che il Veneto dichiari guerra all’Austria e, prima dello scontro, da buoni italiani saranno pronti a chiedere l’annessione all’Austria”; è una battuta che rivela sia l’indole certo non rivoluzionaria di certa gente, ma anche la gravissima delusione ed assoluta mancanza di fiducia nelle classi politiche e dirigenti Italiane.

martedì 5 febbraio 2008

una soddisfazione

In aprile 2006 iniziavo a scrivere al Presidente della Repubblica per chiedere un riconoscimento per il sig Lorenzo Manzoni, per il suo grande impegno posto nell’ aiutare alcune zone dell’Argentina all’epoca della grande crisi che aveva colpito quel Paese; dopo numerosi contatti telefonici riuscivo a contattare il funzionario delegato; in data 30 maggio 2006 inviavo lettera accompagnata da copiosa documentazione a dimostrazione, comprendente numerosi attestati di Governatori ed altre Personalità locali; in data 30 giugno 2006 inviavo altre testimonianze a favore.
Continuavo quindi imperterrito a telefonare periodicamente per informarmi sullo stato della mia richiesta; il 28 giugno 2006, il Segretario Generale della Presidenza della Repubblica mi comunicava che aveva provveduto ad interessare del caso l’ Ufficio Onorificenze della Presidenza del Consiglio dei Ministri, per l’avvio dell’istruttoria; continuavo periodicamente ad interessarmi finché, non ricevendo alcuna nuova, in data 13 settembre 2007 inviavo nuova richiesta scritta di informazioni ed allegavo altri dati richiesti. I
In data 15 gennaio 2008 ho ricevuto dal Segretariato Generale della Presidenza della Repubblica la seguente comunicazione scritta:

Gentile Architetto, mi è gradito comunicarle che il Presidente della Repubblica ha firmato il decreto con il quale , in data 27 dicembre 2007, è stata conferita l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine “ Al merito della Repubblica Italiana” al Sig. Lorenzo Manzoni.
Con i più cordiali saluti

Caduta Governo Prodi

Ieri sera è caduto il governo Prodi: 161 voti contro 156

L’impressione che ne ho avuta è che, di fondo, a tanti dei nostri politici interessino le formalità di palazzo, i giochi di potere, le schermaglie tra di loro per farsi lo sgambetto, le astuzie per cadere in piedi e conservare credibilità per il prossimo turno! Certamente ben poco pare interessargli della Gente, della gravissima crisi delle istituzioni, etica, sociale ed economica in qualche decennio fatta maturare dalle loro stesse incapacità.
E’ comprensibile che qualcuno abbia stappato le bottiglie, mi meraviglia che la gente non abbia fatto le scorribande per le strade delle città come quando vince la loro squadra, ma anche questo fa parte di noi!
Sarebbe più sensato, doveroso nei confronti della gente sana ed operosa, dare una immediata dimostrazione di assunzione di senso della responsabilità.
Ma probabilmente questo è sperare troppo: visto il degrado che in progressione geometrica ci ha colpito negli ultimi anni, di cui solo pochi politici si sono resi conto, e ancor meno se ne sono veramente preoccupati, questa povera Italia dovrà ancora attendere per trovare pace buon senso e rinascita.
La storia infatti ci insegna che solo dalle ceneri sono ripartite le civiltà.
Speriamo possa non essere così, questa volta,ma anche le valanghe si fermano solo a valle certo non a metà del pendio!
Per i nostri figli speriamo in un rapido prevalere di etica e senso del dovere, e che Dio aiuti gli uomini di buon senso e di buona volontà a riprendere il controllo della situazione prevalendo ed arginando il Male sconfinante.Altrimenti troppe e sempre peggiori saremo destinati a vederne.

Terrorismo Novella 2008

Ballarò della scorsa settimana ha superato sé stesso.
In una trasmissione traboccante ipocrita cordoglio per i tanti caduti del terrorismo, come il famoso Commissario Calabresi, sono stati intervistati e (addirittura…) lasciati parlare i figli di vittime illustri del terrorismo degli anni di piombo.
Una sapiente regia, giocata sul silenzio commosso e rispettoso, su coni di luce scenografici giocati tra l’ombra della platea, filmati in bianco e nero, ha mirabilmente confezionato (dobbiamo riconoscerlo, i rossi hanno sempre saputo far bene la loro propaganda…) l’ultima farsa televisiva, sul fenomeno del terrorismo nostrano e delle brigate rosse.
Chi non ha vissuto quegli anni, dato che oltre trent’anni di ignoranza scolastica e di lavaggio del cervello hanno dissolto il senso critico, è normalmente predisposto a bere la televisione di propaganda (e non sono pochi…), e così ha imparato una nuova storiella sugli anni di piombo: si è cercato di far passare l’intera faccenda non come un fenomeno politico accuratamente studiato e diretto, sempre da quell’internazionale comunista che dopo l’8 settembre voleva far divenire l’Italia ed il Popolo italiano una fetta dell’Unione Sovietica, in una gara di spartizione con altre potenze straniere; ma come lo sghiribizzo di alcuni ragazzacci di famiglie bene che agivano da soli, per piccoli gruppi indipendenti, fuori dalle regie della politica ufficiale!
A parte l’offesa per l’intelligenza della Gente pensante, la manifesta faziosità e la voglia (tutta da analizzare) di prendere le distanze , viene da chiedersi cosa ne pensano i vari ideologhi del tempo come Curcio, Sofri, Toni Negri, e tanti altri che hanno pagato (anche se poi in qualche modo “graziati “ o con pene assai ridotte con varie metodiche giudiziarie personalizzate, quando addirittura non premiati con la carica parlamentare…) per come sono stati presentati ora al pubblico ludibrio.
Credo che mal la digeriscano anche buona parte di coloro che l’avevano fatta franca e che sono stati premiati con impieghi importanti, nelle università, in altri organismi dello Stato.
Comunque anche questo, pur senza intenzione, costituisce indirettamente un passo verso la verità.
Solo quando ci saremo tolti onestamente tutti i fardelli della nostra storia, quando non ci sarà più spazio per la strumentalizzazione storica per demonizzare l’avversario politico, solo forse allora si potrà avere una politica costituita da forze e uomini responsabili che, gettati via ingombranti fardelli legati al passato, avranno l’intelligenza la volontà e il coraggio di misurarsi sulle sfide di un Mondo sempre più complesso solo con la qualità delle loro ricette nel merito sostanziale dei problemi reali.