giovedì 19 dicembre 2013

 Sta finendo il movimento 9 dicembre ?
Separazione dal leader dei Forconi, unico ad andare a Roma, frantumazione del comitato in rivoli.
Dove prima c’erano bandiere italiane, per dire al Popolo che non c’erano schieramenti ma
che tutto finalmente nasceva dalla Volontà Popolare, ora spuntano bandiere di parte, diminuisce il
numero dei volontari, si ammoscia la spinta iniziale.
E così, sia per ridare maldestramente fuoco agli animi, sia per cercare di ridare un posto al
sole a qualcuno, spunta un volantino marchiato Life che, riutililizzando uno slogan già provato e
miseramente fallito, incita allo sciopero fiscale ed al blocco ad oltranza, nel peggior stile sindacalista, che
colpirebbe solo cittadini artigiani industriali e commercianti già tanto vessati; si improvvisano banchetti
serali con i visitatori, anche Politici, e così con la solita ironia popolare nasce l’appellativo “comitati delle
forchette” (non dei forconi), si chiedono offerte ai “rallentati”, tanto per incrementare la schiera di chi
chiede aiuti od elemosine ad una popolazione a cui tutto ormai pesa, ma che spontaneamente ha
portato cibo in quantità ai tanti (insperati) giovani volontari dei presidi.
Con che senso di responsabilità si incita allo sciopero fiscale se non si è poi in grado di
difendere i (pochi) cittadini ingenui che magari obbedirebbero? Dov’è questa Pletora Organizzata di
giuristi, avvocati, commercialisti pronta e capace a difenderli gratuitamente?
Non è per questo che ho dato la mia adesione, la mia partecipazione, quindi non ci sto; non
è giusto nei confronti dei tantissimi Giovani Volontari che sono stati nuovamente illusi!
Qualunque tentativo di questo Povero Paese Disorganizzato è dunque destinato a
naufragare per il protagonismo di troppi, per l’incapacità di andare d’accordo, per la faziosità che ci
distingue agli occhi del Mondo, per l’opportunismo dei più indisponibili a fare ma pronti a criticare e lesti
a saltare sul carro del vincitore, senza dignità, per la disorganizzazione ed il pressapochismo imperanti,
per la facilità con la quale il Potere Organizzato riesce sempre a dividere?
Il momento è grave, Tutti lo sentono: è economico, ma prima di tutto è un problema di
confusione dei Valori indotta, di dissoluzione perversione e corruzione dilaganti, di ingiustizia sociale e
civile ad ogni livello, unite ad incapacità cronica ad affrontare e risolvere i problemi, in un clima di faccia
tosta istituzionalizzata che precipita di anno in anno, destinato alla resa dei conti; ce lo dice la Storia.
Non bisogna far perdere forza ai grandi movimenti di bravi e pacifici cittadini, bisogna che
ognuno faccia la sua parte, per non deludere per l’ennesima volta la Gente; è necessario che gruppi e
comitati si riuniscano, che le Teste pensino e trovino, con l’accordo, nuovi spunti veri per ottenere il
risultato di farsi ascoltare dal Potere senza stufare la Gente preoccupata e delusa !
Basta con l’elencazione dei problemi, si comincino a dare soluzioni! Si eliminino intanto le
cassette delle offerte e si faccia che le cene diventino occasione in tutti i gazebi di un pasto per quanti
hanno problemi e non per i soliti finti poveri ed approfittini vari.
Si convincano i cittadini ad esporre sul lunotto dell’auto il cartello: “non votare alle politiche
finché la pressione fiscale non tornerà al 35% senza toccare sanità e pensioni minime”
Idee ci vogliono e la Gente seguirà.

L’ora dei mediocri e dei ladri sta cominciando a finire.

venerdì 31 maggio 2013

La resa dei conti



Se oggi vogliamo un auto sportiva, di classe, con finiture e materiali durevoli, che mantenga il prezzo, dobbiamo rivolgerci alle case automobilistiche tedesche, per le pure prestazioni sportive o il gran lusso ai “garagisti” inglesi; per le autovetture da famiglia, utilitarie e fuoristrada all’industria francese e giapponese. 
Se però, senza il vile servilismo che oggi ci distingue, facessimo un passo indietro negli anni (50/70) non potremmo negare che il Mondo guardava con ammirazione Italia Alfa Romeo Lancia e Ferrari !
Allora l’Alfa Romeo ideava e produceva sportivi sogni concreti come la Giulietta sprint e spider, la TZ, la SS, il Duetto, l’Alfa Matta, auto da sogno per pochi ideate da Bertone Zagato Pininfarina, ed auto tuttofare dalla famiglia alle corse come la Giulia. 
Ma allora come Popolo uscito dalla guerra brillavamo in qualunque attività.
Penso ancora alla mia Alfa Junior Zeta 1600 del ‘72: linea avveniristica ancora attualissima, CX 0,28, nata per correre ma comoda e con grande bagagliaio; paragonata a supersportive odierne (dopo oltre trent’anni), molto più ingombranti  ma che fanno posto solo ad uno zainetto, sarebbe ancora in certi percorsi più efficace; e ciò fa riflettere!
Quali motivi ci hanno ridotto nella attuale condizione di crisi, ultimi, ammiratori e servi di vari Paesi stranieri.
Per l’auto sappiamo come è andata.
Politica e sindacati si sono impadroniti del fare automobili italiano con la complicità di una nota Famiglia; ma invece di un’unico target di aziende eccellenti il risultato è stata l’inarrestabile decadenza di Marchi storici eccellenti.  Inglesi tedeschi francesi e giapponesi ringraziano per le sciagurate scelte sia per le nostre “teste” da loro migrate.
Anche il mondo dell’impresa, dell’artigianato e quello degli alimenti mediterranei,  sono stati oggetto di una programmata distruzione in nome dell’adeguamento a standard inferiori, senza corrispettivi di tutela e salvaguardia per la contraffazione straniera di nostri alimenti simbolo !
Italiani progettavano e costruivano dighe, grandi manufatti; le nostre case, i nostri artigiani, i nostri architetti erano considerati i migliori; eravamo fantasiosi, seri, pieni di volontà e depositari di antiche sapienze.
Poi utopistici messaggi di politica e comunicazione, contro il lavoro manuale in favore del posto di lavoro alla scrivania, per generazioni di giovani hanno decretato, come in Unione Sovietica, il fallimento delle proposte di sviluppo progressiste: il risultato masse giovanili di disoccupati, per cui brilliamo in Europa, e  blocco scandaloso della virtuosa trasmissione delle antiche sapienze, ghettizzazione dei i lavori manuali a manovalanze provenienti da Paesi di migranti gestite per lo più dal “caporalato”.
E così oggi,nella Patria delle Costruzioni, i prodotti preconfezionati si abusano per risparmio o per mancanza di antiche sapienze; l’industria termotecnica, per l’incremento delle vendite e causa l’abbassamento delle professionalità, propone centraline domestiche in Kit a prova di imbecille, a svantaggio di clienti e ditte certificate;  le nuove case in legno per lo più sostituiranno le costruzioni in muratura, distinzione di questa nostra Civiltà, mettendoci, come al solito, in debole posizione rispetto a produttori esteri che vantano maggior tradizione e inferiori tassazioni; la sindacalizzazione di scuole ed università, inseguendo l’utopia ipocrita e scandalosa del “titolo per tutti”, ha pianificato e immesso nel mercato masse di cervelli vuoti, privi di senso critico e capacità propositive per scelte operative concrete, e masse di operatori tecnici inadeguati; una burocrazia intimidatoria ha ridotto il progetto a collage di banalità di comprovata realizzabilità e gli effetti si vedono sul territorio; un mondo del lavoro politicamente lottizzato continua ad assorbire raccomandati, mediocri senza arte né parte, ed estromette i capaci in una spirale di autodistruzione!
Come ha potuto un Paese, uscito da una guerra, riprendersi  con forza dando luogo al “miracolo italiano” e, dopo soli 40 anni, crollare in una decadenza etica culturale sociale ed economica gravissima?
Nel primo dopoguerra la gente era spinta dal bisogno, dalla volontà di sapere, fare e migliorare Tutto; era stata educata al senso del dovere, dell’onestà, della serietà professionale, dell’impegno per il progresso del paese prima e personale di conseguenza, dal più grande statista Italiano non di destra Benito Mussolini; gli studenti erano stati formati da scuole  culturali e tecniche invidiataci: chi ha la mia età pensi a professori di Liceo completi come Don Mario Possamai, Sorge e Pinto, e non proverà a paragonarli ad odierni “educatori” sindacalizzati, attivisti degli organi colleggiali.
Ma dagli anni settanta una sinistra al soldo straniero, col supporto dei soliti Paesi comunisti e non, tutti che comunque avrebbero tratto vantaggi dal Nostro indebolimento, stravolse ogni valore anteponendo diritti e disimpegno a doveri ed impegno per il proprio Paese, sconvolgendo menti e spiriti, mentre la DC al governo, infangata nel potere, con la mafia e con i compromessi, lasciava colpevolmente spazio.
Anche i compagni una volta assaggiata la polpa hanno letteralmente colonizzare lo stato, ogni ente, ogni associazione, risolvendo l’Occupazione con la moltiplicazione dei posti di lavoro oltre ogni possibilità di Bilancio ed il risultato, comprese inefficienze e ruberie, dopo anni ora grava drammaticamente sui bilanci sempre più critici dei cittadini supertassati!
L’unione all’Europa ci ha condizionato ad omologarci, a diventare di fatto servi della Germania e dei grandi poteri Americani, servi delle Banche.
Essere Compagni ci ha per lo più omologati culturalmente al bello e giusto delle Lobbies economiche e della comunicazione, materialisti privi di fede e rispetto a Natura e Dio, giustificatori di perversioni mentali sociali e sessuali spacciate come esercizi di libertà, frequentatori di salotti Bene; mentre Stati Poveri vengono usati come depositi di rifiuti tossici, riciclatori di materiali e macchinari inquinanti e fonte dei nuovi schiavi.
Essere di centrodestra ci ha per lo più ridotti a fare i farisei per le poltrone, i mercanti nel tempio, alla cultura del compromesso, equilibristi dei valori e vili servitori del denaro, difensori di forme di egoismo sociale.
Quasi Tutti comunque protagonisti, capi, eroi; quasi nessuno più operaio, o disposto al servizio senza  buona contropartita.
E intanto ogni giorno crescono suicidi omicidi ed atti raccapriccianti di violenza specie di giovani, problemi sempre più gravi del quotidiano, sempre meno creatività cultura ed altruismo che ci hanno distinto.
Che si voti a centrodestra o a sinistra, a parte qualche differenza utilizzata più a fini elettoralistici, si vanno comunque ad eleggere i rappresentati di due litiganti Lobbies del potere socio-economico, una più statalista ed una più privatista, che comprendono scarsamente i problemi reali della gente, corresponsabili anche se con diverso peso della crisi; in caso di mala partita ci lasceranno soli a scannarci l’un l’altro.
Ma non è tutta colpa loro ! Che per lo più si siano comportati da ipocriti ladri per riempirsi le tasche, che si servano di ogni mezzo pur di mantenere potere e poltrona é un Dato ma, per lo più, anche il comune cittadino che li ha votati ha le sue colpe, altrimenti avremmo ben altri Rappresentanti. Troppi padri mettono capo azienda figli incapaci o cercano raccomandazioni per dare un bel lavoro a figli non all’altezza; troppi cittadini condividono corruzione con politici e burocrati per soldi; troppi paperoni hanno fatto fortune con l’evasione comcessa; troppo egoismo mina le basi della vita in comune.
Sta però arrivando il tempo delle rese dei conti, per ognuno; solo attraverso un nuovo impegno, serio e pacificante di tutti, questo Paese potrà forse salvarsi e riprendere il cammino per ridare un futuro ai suoi figli! 
Speriamo che la Provvidenza invii alcuni illuminati ad aiutarci con il loro esempio di giustizia e impegno per gli Altri.

giovedì 30 maggio 2013

2012 11 18 Sanzioni stradali ingiuste


Tempo fa ho letto che una pattuglia ha fermato, dopo un inseguimento, un giovane con tasso alcolico superiore alla norma il quale era stato beccato ad oltre 210 Km/H e non solo in superstrada ma anche a velocità altissime in normali tratti stradali e che  ha persino rischiato di travolgere un agente della pattuglia; cosa gli hanno fatto ? vi aspettereste una pena e sanzioni severissime invece, sempre dai giornali leggo, gli hanno tolto tanti punti, gli hanno fatto varie sanzioni pecuniarie, ma quella per l’eccessiva velocità  (che l’ha portato quasi a travolgere un agente) è stata di  soli 154 €.
Vorrei a questo punto sapere che proporzione c’è con il comportamento in autostrada di di tanti agenti di commercio, in strada dalla mattina alla sera almeno 5 giorni su sette, costretti spesso a far togliere punti ai familiari perché loro con la patente ci vivono    e costretti alla fine a fare i conti con queste sanzioni  sproporzionate,  spessissimo avendo di pochissimo superato il limite; vorrei anche sapere mia moglie, persona notoriamente tranquilla, fotografata dal tutor a ca. 150 Km/h in un tratto rettilineo dell’autostrada, in cui basta  essere un attimo soprapensiero per superare i 130 Kmh, e non certo per strada: tolti 3 punti della patente quasi 180 € pagati. 
Vorrei inoltre segnalare uno dei tanti altri “bartoei” tesi al cittadino al solo fine di spillargli soldi: cos’altro può servire se non a fare cassa per il Comune un breve tratto rettilineo a due corsie per senso di marcia alle porte di Bibione limitato a 50 Kmh  inserito in mezzo ad un più lungo rettilineo già limitato a 70 Kmh, ?  E tanti altri casi si potrebbero citare con assurde limitazioni a 30 Km/h.
Tutto ciò non viene vissuto daslla Gente come spirito di tutela del cittadino né equità, ma come il comportamento neomedievale di governi regioni province e comuni che, con strade malandate ed insicure,  si comportano come i vari feudatari (leggi oggi i vari enti gestori)  cheper mantenere il tenore di vita della loro corte imponevano sempre nuovi salassi ad una popolazione stremata dalla crisi e da una caterva di tasse ed imposte ingiuste ed insopportabili. 
Chissà che anche da noi arrivi Robin Hood !

mercoledì 10 aprile 2013

Il settore edilizia sta per essere ucciso dalla crisi e dalla burocrazia.
Una miriade di leggi, regolamenti, circolari esplicative, la non chiarezza endemica di tutto il substrato normativo motivano sempre più funzionari, nella miriade di Enti che troppo spesso si smentiscono nella gestione pubblica, a non assumersi alcuna responsabilità, a dire intanto di no, a chiedere sempre ulteriori carte e pareri. Il Predominio della carta al macero sulla Sostanza: a ciò hanno condotto questa Nazione, specie al Nord, la cosiddetta “responsabilizzazione” del Pubblico, le varie “semplificazioni”, i “testi unici” disattesi; tentativi abortiti di risanamento di un apparato pubblico,con energie  trascurati se non allineate, per lo più ingessato e supino a lobbyes politico/economiche. 
Troppi enti e piani di gestione e cosiddetta tutela del territorio, spesso inattendibili perché redatti con superficiale conoscenza dei luoghi, prodotti pedissequamente a tavolino su ordinazione, hanno vessato ed impedito l’esercizio del sacrosanto diritto dei cittadini sulle loro cose, su interventi minori e di minimale impatto; con il risultato paradossale di favorire comitati d’affari spesso in collusione politica e mafiosa.
Troppe volte il semplice Cittadino deve ricorrere al legale per sua tutela; troppo spesso, di fronte a tempistiche sproporzionate ed inconcepibili in altri paesi europei, e di fronte ai conseguenti costi delle pratiche, il cittadino rinuncia...
E così il Cittadino involontariamente si ritrova in un domino perverso che a cascata sottrae potere di spesa a progettisti, imprese, artigiani ed ... agli stessi Comuni. E di conseguenza non spende nei negozi, costretti in massa alla chiusura anche da politiche che hanno favorito solo i grossi patner finanziari e la grande distribuzione . La gente è sfiduciata, si deprime, i suicidi sono all’ordine del giorno, mai come ora tanti sono arrabbiati e tutto viene preso come un continuo sopruso.
Una situazione di grave emergenza.
Se si vuole evitare il collasso totale, tutti si devono rendere conto che bisogna fare qualche passo in più e prendere decisioni di emergenza, che bisogna assumersi le proprie responsabilità, cercare di uscire dall’egocentrismo ed aiutare il vivere agli altri, specie ai giovani, per garantire anche la propria sopravvivenza: é dovere etico di ognuno operare con efficienza per ridare fiducia, perché la crisi è morale e i problemi economici ne sono solo una delle gravissime conseguenze!
Vista la rara occasione di una Amministrazione Comunale Vittoriese con lo stesso segno contemporaneamente in Provincia ed in Regione, voglio provare a  sollecitarla ad iniziare a copiare la semplicità  di qualche piccolo comune veneto; intanto chiedo che rifletta su 2  semplici esempi la cui soluzione, con possibili correzioni di rotta, sarebbe foriera di positivi effetti sul morale di tutti gli operatori del settore edilizio in gravissima crisi:

  1. spesso pratiche evase dalla commissione integrata comunale attendono anche qualche mese solo perché l’esito venga comunicato, con ritardi nel completamento di pratiche per lavori anche esigui, ritardi nei pagamenti, ritardi negli inizi lavori, ritardi per il Comune nell’incasso degli oneri, quando non addirittura l’abbandono dell’iniziativa. Ma é proprio così difficile stare al passo dell’economia reale? Usare le mail?
  2. Gran parte del territorio vittoriese è stato, ahimè scelleratamente, assoggettato al parere paesaggistico regionale. Tutti ritengono importante proteggere immobili di pregio e scorci visuali nei centri storici; ma non trova giustificazione né condivisione che edifici senza valore in zone degradate da scempi passati e recenti siano soggetti a tali inutili defatiganti e costose pratiche paesaggistiche aggiuntive; né è giusto che interventi di valore architettonico debbano per forza essere negati sull’onda di un’imperante gusto del banale o della conservazione ad ogni costo per sola dignità di anzianità; basterebbe semplicemente “copiare” dalle esperienze di città come Berlino e Parigi; appare ancora meno giustificabile, e lo sostiene un insigne esperto come Giulio Volpe docente di diritto dell’immagine al Dams, che interventi minori di tinteggiatura, casette in legno, pompeiane, pergolati e modesti fabbricati di servizio, annessi e pertinenze in ambiti che, definire di valore paesaggistico é una presa in giro ( ad ad esempio il condominio quadrilatero ed altre realtà cittadine anche recenti, fatiscenti e/o pessimi esempi di qualità architettonica), siano assoggettati a tali ulteriori pratiche, ma la Norma  cita  che il parere paesaggistico è obbligatorio per i Comuni ma non vincolante. Dunque perché codesta Amministrazione,vicina alle elezioni, non inverte rotta e prova ad utilizzare in pienezza, a sostegno del cittadino, una norma appositamente prevista dal legislatore ? Con parere favorevole della obbligatoria commissione integrata comunale, almeno per gli interventi citati privati e commerciali/produttivi con rischio di perdite di incassi, perché, conscia di ben aver operato per la comunità ed il territorio, l’Amministrazione Comunale non rilascia i permessi nell’attesa di parere obbligatori ma non vincolanti?