lunedì 26 settembre 2011

Attacco ANPI a Sindaci leghisti

Fa un po’ sorridere che, in Cansiglio, ad un raduno dell’ANPI un focoso gruppo di Rifondazione Comunista, quest’anno in compagnia anche di Partigiani Titini…, contesti sindaci leghisti come Zardet e Toni Da Re, figlio di un partigiano che combatté proprio in Cansiglio, al punto da far intervenire le Forze dell’Ordine presenti, e dimostra che i tempi sono proprio cambiati.
La motivazione ufficiale, che mimetizza il contrasto tra comunisti e leghisti, è che da qualche anno Zardet permette a Revine il Raduno degli Skin; e per di più “Continuità Ideale” ha osato rispondere con volantini.
A distanza di oltre 60 anni dalla sanguinosa conclusione in guerra civile della 2° guerra mondiale continua la Vulgata dei vincitori contro i vinti. La Storia, comunque, sta facendo il suo corso smitizzando le versioni delle Parti, specie quella dei Vincitori.
Poche persone in età si interessano a questi temi, poiché l’incertezza del lavoro, i costi del vivere incontrollati da Governi che chiedono sempre più senza garantire lavoro, meritocrazia, giustizia sociale, tranquillità e sicurezza neppure a casa propria, attanagliano quotidianamente ed ogni anno di più la maggior parte delle persone in età lavorativa negando un benessere creduto acquisito e prospettive.
Per la gente che lavora l’attuale situazione economica e sociale é il frutto del malgoverno di decenni di classi politiche, che hanno provocato un debito pubblico tale da minare il futuro degli Italiani; che per decenni hanno continuato a sperperare e creare posti di lavoro insostenibili al solo scopo di alimentare privilegi di caste e personali; che hanno strumentalizzato ad orologeria le divisioni per celare le loro gravissime colpe ed inefficienze e raccogliere voti; che hanno lasciato padrona dei poteri una Burocrazia ipertrofica ed inefficiente che ostacola lo sviluppo; che spesso hanno colluso con la mafia; che hanno costruito classi di cosiddetti storici ed esperti in ogni scibile di soli meriti politici, al solo fine di discriminare, chiudere in un angolo, gli intellettuali, l’intellighenzia, le menti pensanti nel Paese non schierati a sinistra, con conseguente distruzione della Scuola e dei Valori tradizionali. Politici che, per loro tornaconto, hanno ostacolato ogni tentativo di pacificazione nazionale, unica via per la ricostruzione dello Stato, per riunire e rendere socialmente ed economicamente forte il nostro Paese; politici che mentre spingevano gli Italiani, contro il loro atavico senso del risparmio, al consumismo lasciavano una certa Sinistra operare indisturbata nelle scuole e nel lavoro verso la distruzione sistematica nelle masse del senso di unità nazionale, di Patria, per annettere il Paese al Blocco Comunista; altro che ricerca di democrazia ! Nessuno di codesti politici può permettersi dunque di offendere i militi della Repubblica Sociale che giovanissimi si arruolarono per motivazioni di onore ben consci che la guerra e le loro stesse vite erano perse!
La gente non ama sentirne parlare, ma non ha dimenticato le foibe e le fosse comuni con migliaia di persone trucidate, né donne bambini vecchi ed intere famiglie troppo spesso distrutte dai Partigiani Comunisti per odi personali o per appropriarsene dei Beni, né la passione di Trieste, né l’ambulanza che a Vittorio Veneto continuò a prelevare prigionieri dalla Caserma Gotti per condurli con l’inganno in Cansiglio o negli altri luoghi delle esecuzioni, né le persecuzioni continuate anche nel dopoguerra.
Ordunque, dopo tanto tempo passato, entrambe le Parti dovrebbero con maturità, onestà e senso di responsabilità superare il ricordo di tali atrocità, superare il passato per guardare al futuro.
TUTTI gli uomini onesti si rendono infatti conto che devono impegnarsi per far superare la Crisi al Paese, per dare ai loro figli un futuro nel Paese! Non è più tempo di ascoltare ancora le spinte di Poteri Stranieri che ci vogliono divisi poiché temono la concorrenza di un’ITALIA culturalmente ed economicamente forte, né quelle rovinose di istigatori all’odio locali.
Basta odi e divisioni ! E Le Parti ancora viventi si limitino a ritrovarsi a ricordare, assopendo gli odi se non riescono a riappacificarsi; ma senza la presunzione di contare ancora qualcosa nella vita e nel futuro dell’Italia dei Giovani, se non riescono a rendersi finalmente conto di ciò.

giovedì 15 settembre 2011

eliminazione provincie e regioni autonome ed altro

Mi capita di confrontarmi con giovani studenti e impiegati: questa Italia di Vecchi cassa subito le loro opinioni ed idee mentre, personalmente e fatte le solite debite esclusioni, ne ho un’impressione generale di serio impegno, minato però dalla insicurezza dell’età aggravata dalla delusione verso ogni schieramento politico e dalla carenza di prospettive.
Al contrario di una massa di coetanei, e non, che cerca il lavoro facile (quando lo cerca) senza responsabilità, i cittadini consapevoli di ogni età, specie i giovani seri, vorrebbero un avvenire migliore governato da precise regole di impegno, efficienza, etica e meritocrazia; e la preoccupazione proviene dalla sensazione che chi Ci amministra a tutti i livelli non abbia appieno compreso la gravità del momento e giochi col fuoco sulla pelle delle persone o, peggio, che si faccia solo i fatti suoi.
E così si continua a chieder conto, a Berlusconi, di escort e faccende personali, invece che della promessa seria riduzione dei Costi della Politica e di una concreta svolta nell’Efficienza e nei Costi della Pubblica Amministrazione: solo con un forte esempio dall’Alto si possono chiedere sacrifici a Tutti.
Certo riformare l’Italia, con un’opposizione faziosa e strumentalizzatrice rinfrancata da Poteri Estranei che hanno ogni interesse a portarci al fallimento, è opera da eroi e martiri, ma ci si aspettava di più; il crollo delle Torri Gemelle e della Finanza occidentale, la crisi generale ed i problemi di governabilità hanno fortemente inceppato i delicati equilibri, ma non possono giustificare approssimazioni ed inefficienze.
Le opposizioni si trastullano con la riproposizione di inefficienti ricette sessantottine, corresponsabili della perdita di qualità e competitività e del Debito Pubblico, e chiedono le dimissioni subito del Governo, contro ogni regola di Democrazia e senza produrre un’alternativa credibile; sono distinte, ma temporaneamente disponibili ad aggregazioni di convenienza con Parti vicine alla Maggioranza, ed in questa parodia di democrazia cercano di sopravvivere Partitini da “zero virgola” ove ambizioni personali, voglia di visibilità, ricerca di un reddito la fanno da padrone.
In piena crisi economica e di sistema la CGL porta in piazza una parte dei lavoratori, per mostrare i muscoli, altri cercano la violenza di piazza; una strategia nota e perciò oggi compresa.
Il Governo tenta di sopprimere le Provincie ed altri enti suppletivi, ma chi ci sta dentro, leggo, cerca invece di farle resuscitare con altro Nome! Se è vero, come non pensare ad interessi personali e di casta? Si mettano questi signori a far politica con stipendio doveri e privilegi di un impiegato e vedremo in quanti si ricandideranno!
Mi capita di lavorare in Friuli: uffici efficienti con personale volto alla semplificazione burocratica, tempistiche umane e rapporti civili; e, leggo, il Coordinatore del PDL Veneto vorrebbe, attraverso il Federalismo, togliere i “privilegi” alle Regioni Autonome, per rendere il Friuli uguale allo scarsamente efficiente e scandalosamente burocratizzato Veneto invece di fare l’opposto !
In alcune scuole sono riapparsi i cartelli che chiedono una scuola più efficiente con un numero inferiore di alunni: mio nonno insegnava ad oltre 35 alunni ed è ancora ricordato per la sua capacità e passione, a dimostrazione che l’efficienza nella scuola non dipende dal numero degli alunni né dal mansionario sindacale, ma da preparazione, passione ed impegno degli insegnanti, da un Ordinamento Meritocratico con facilitazioni e detassazioni per studenti particolarmente meritevoli, e dalla responsabile collaborazione della Famiglia. Basta dunque con slogan che nulla hanno a che vedere con gli interessi degli alunni.
Non è più ora di utopie, di faziosità, di strumentalizzazioni di parte; è ora di sedersi intorno ad un tavolo, tutti consapevoli degli errori commessi da ogni Parte, per cercare di salvare la Barca. Non lo vogliamo fare per noi, facciamolo per i nostri figli! E torniamo ad ascoltare i giovani: idee fresche verificate e irregimentate dall’esperienza potrebbero fare la differenza, e questo i Paesi emergenti l’hanno capito.