giovedì 6 novembre 2008

Maria, la donna

Il culto mariano ha posto agli storici la questione se abbia o no portato un beneficio alla figura della donna.
Lo scrivente ritiene che la figura di Maria nel nuovo testamento rappresenti l'altra faccia della medaglia, opposta a quella della Bibbia e di Eva, senza la quale non sarebbe possibile vedere e conoscere tutta la "medaglia".
Da una parte, in tempi primigeni forse legati ad una cultura della donna ancora mescolata e vicina a quella dei popoli del deserto, emerge la figura di EVA, donna maliziosa, curiosa, disposta a tutto per soddisfare i propri desideri, lusingatrice ma capace di imporsi al suo patner fino al punto di portarlo alla perdizione.
Maria invece, a momenti in secondo piano rispetto a Cristo, con la sua forza, con il suo amore puro per la famiglia, nella dignitosa figura della madre che da sempre soffre per la prevista morte del Figlio ma che non fa nulla per dissuaderlo dalla Sua strada, risplende e ci appare come la metafora della figura femminile, la madre, che ogni giorno costruisce e riesce a tenere unita la famiglia anche e soprattutto nelle prove più difficili; e forse in ciò possiamo trovare gli echi di un culto della donna che già i Romani avevano radicato, basti pensare alla madre dei Gracchi, forse anche per questo assai diversa, contrapposta, ad Eva.
Dalla Sua maternità sempre rappresentata, dal suo dolore durante la morte del Figlio, dalla sua fede in Dio e nella sua salvezza, ci deriva il nostre grande amore per Lei, Madre accogliente e salvatrice.
Per ritornare alla donna di tutti i giorni, mentre il padre con il suo esempio dovrebbe rappresentare il faro nella notte della vita e quindi, necessariamente, dovrebbe anche incarnare la figura che amministra in famiglia la giustizia anche impartendo la giusta e doverosa punizione a chi imbocca la strada sbagliata, la donna con il suo sesto senso, con l'amore e la comprensione ma sempre con giustizia ed equilibrio è colei che, di fatto, ga il reale potere di consolidare o distruggere la famiglia.
Pochi decenni di marxismo progressista sono stati sufficienti a diffondere modelli di donna e di uomo "altri", unitamente alla cultura del nichilismo amorale, del materialismo sfrenato e dell'egoismo istituzionalizzato; tanti poveri giovani, che abbiamo sotto gli occhi, sono il risultato di famiglie in cui l'uomo e la donna hanno rinunciato alle loro rispettive funzioni, anche di difesa della sanità delle Istituzioni, esclusivamente tesi al guadagno ed al continuo appagamento dei sensi.
C'è però ancora chi segue la via giusta e trova conforto e guida nella fede.

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