giovedì 31 luglio 2008

La guerra di ogni giorno

Da circa 40 anni, ogni anno peggio, siamo tutti in guerra contro tutto e tutti.
Non comprendiamo in questo momento le guerre vere, che continuano ad insanguinare varie parti del mondo, ma parliamo della nostra attualità "pacifica" di ogni giorno.
Ogni giorno una lotta per difendere i propri prodotti con l’estero, per le immondizie e l’inquinamento, per la sopravvivenza energetica, per il posto di lavoro, per finire il mese, per riuscire ad incassare quanto ci è dovuto, per riuscire a concludere i nostri legittimi progetti nonostante la defatigante burocrazia crescente, una lotta quotidiana per la propria salute, per difendere diritti e valori veri quotidianamente calpestati, per difendere i nostri figli da diseducazione e lavaggio del cervello istituzionalizzati e ammanniti anche attraverso il divertimento e la TV !
E tutto ciò secondo nuove forme di violenza, non più guerre e sangue, non più qualche salutare ceffone o compito in più da svolgere, non più richiami sul lavoro o perdita del posto, non più confronti fisici, non più dimostrazioni di coraggio o di eroismo, non più momenti di solidarietà nella tragedia.
Oggi ti devi confrontare con le multe, le sanzioni amministrative e penali, con chi non paga il tuo lavoro e ti ride in faccia, con chi ti obbliga a licenziarti senza che di fatto ci sia più nessuno a difenderti quando sei inserito in piccole aziende, con chi ci mette 1.5 anni per farti un semplicissimo computo degli oneri dopo che tutte le carte gliele hai fornite Tu, con medici che ti obbligano a curare tuo figlio (anche se non hai fiducia in tante teste di cazzo che oggi hanno preso una laurea) altrimenti riescono a farti togliere la patria potestà; oggi lotti dando tutta la tua misera pensione alla famiglia di tua figlia che non ce la fa ad arrivare alla seconda settimana continuando sacrifici su sacrifici fino al giorno della tua morte, per ottenere da Stato, Regioni, Province, Comuni ed enti pubblici una carta che ti serve per un motivo necessario ed impellente e che regolarmente ti danno dopo immani contrasti e fatiche quando non ti abbisogna più perché ti sono scaduti i termini, una lotta contro una galera che ti possono dare per aver fatto un progetto non del tutto esatto in zona di beni ambientali mentre i delinquenti veri escono dai carcere per decorrenza dei termini condoni sanatorie varie e tanta comprensione; una lotta dall’asilo in su (senza speranza) per cercare di far rimanere tuo figlio come gli hai insegnato ad essere fin da piccolo mentre una scuola impreparata e politicizzata cerca di farne un adepto obbediente da mettere in fila, per difendere le tue proprietà da una delinquenza sempre più incalzante e violenta.
E tutto nella frenetica corsa odierna per…finire, più presto e depresso, dentro la tua cassetta di legno personalizzata.

Il Sindaco per Vittorio Veneto

Mentre la Politica “in alto” si è recentemente drammaticamente resa conto del fatto che la gente chiede serietà impegno efficienza e lotta agli sprechi, leggendo in questi giorni la diatriba da poco iniziata sul Sindaco, a chi spetta esigerlo o no, è manifesto perché Vittorio stia diventando un Pensionato.
Il momento mondiale, quello europeo, quello nazionale, sono assai seri dal punto di vista economico, ambientale, culturale ma soprattutto etico; qui a Vittorio Veneto quest’aria non è ancora arrivata: che sia perché quelli in pianura per un verso e quelli sulle vette spaziano con lo sguardo e con la mente, mentre nelle conche delle valli pare abbiamo minore visuale ? La diatriba di inizio è di quelle straviste dai cittadini ormai distaccati, sterile se non pericolosa; magari fosse un gioco concordato per il risultato!
Pare ovvio che i risultati elettorali già conseguiti diano un diritto di precedenza in un sistema democratico, ma altrettanto che tale prerequisito debba poi cedere il passo nel caso di intervenuta presenza di candidati dai più condivisi. Credo sia ora di costruire seriamente ed in tempi rapidi un PDL concretamente esistente ed operante sul territorio (ma gli interventi sui giornali paiono non confermare tale comprensione né tale volontà); l’operatività della Lega, che si può discutere, è comunque una concreta realtà operativa da due tornate ammnistrative; tra siffatte due operatività si dovrebbe aprire un confronto, distinto da forte e cameratesco spirito di competizione verso l’alto, per fare emergere “maieuticamente” quel candidato che riesca a raccogliere la valutazione ed il rispetto anche tra le file dell’opposizione; nell’entusiasmo della corsa non si può dimenticare, almeno chi crede ed opera (nonostante tutto…) per una politica con la P maiuscola, che è grave errore lasciare spazio ad operazioni personalistiche o di fazione visti i tempi ed i “numeri” delle ultime politiche.
L’innovativo spirito costruttivo di centrodestra, che ha già dato i suoi frutti visibili sulla città, nonostante molteplici cadute politiche non solo di stile, deve non solo continuare ma soprattutto concretizzarsi finalmente in quegli interventi essenziali, non più solo dell’ordinario, che decreteranno o no il futuro di questa Città, per i nostri giovani, perche non siano più costretti ad andarsene a cercare lavoro altrove e per non dover più vivere solo di memorie: è una grande responsabilità.

Gli squadristi di Ernesto Brunetta

Solo ieri sera, mi è stato fatto notare con risentimento il secondo articolo sul libro di Ernesto Brunetta, ex Consigliere DS, sullo squadrismo fascista nella Marca, che più che parlare del libro si è preoccupato di pubblicare i nomi di tanti “nonni”, benemeriti o meno del Regime, già pubblicati in altri libri precedenti, guarda caso in periodi particolari.
Lo scoop del Gazzettino era assicurato, visto che i libri si leggono meno dei quotidiani, e tanti si sono meravigliati di trovarvi i nomi di Comisso e persino quello di Carnielli e di tante altre note Famiglie Vittoriesi, personaggi di cui certamente non si può sparlare solo perché erano fascisti.
D’altronde se, come la propaganda rossa, di fronte alle piazze traboccanti di Italiani, ci ha raccontato che la maggior parte erano obbligati ad aderire da un regime violento, allora queste persone, che in piena epoca di Pryvaci si vorrebbe additare al pubblico ludibrio, ne escono per lo più giustificate; se invece ammettiamo fossero volontari senza alcuna forma di coercizione, allora non possiamo continuare a negare che tantissimi italiani entusiasti riempissero le piazze italiane.
Lo scrivente non si scompone più di tanto per l’articolo: è l’ennesima riprova dell’unica bandiera consunta di una certa fazione della sinistra, incapace di considerare onestamente anche i suoi fallimenti e le sue responsabilità, invecchiata nell’odio senza essere maturata; la pubblicazione dell’elenco con i nomi e cognomi dei Cittadini, estratto da un testo redatto durante il regime con ben altri scopi, conserva infatti, anche se solo in frazione, il sapore delle liste partigiane di proscrizione, dal 1944 in poi, con cui fu decretata e meticolosamente effettuata l’eliminazione fisica di decine di migliaia di italiani anticomunisti e non, militi, civili, donne e bambini, preti.
Ben diverso il sapore di altri libri, prendendo anche solo quelli fatti da onesti intellettuali di sinistra , in cui si è parlato del triangolo della morte e delle ragioni dei vinti, e che ancora non hanno affrontato gli eccidi del Bus de La Lum e di tante altre foibe o luoghi di tremende esecuzioni sommarie, a noi anche molto vicini, la cui responsabilità storica e morale certo non può essere scaricata sui “fascisti”.
In questa Italia, a differenza di altri paesi, si è sempre prepotentemente rifiutata una pacificazione degli animi perché, per troppo tempo, si è governato basando il mantenimento del Potere sulla perpetrazione di odio e vendetta e non sul conseguimento di risultati per il Paese: prova ne sia il fatto che siamo ancora schiavi di chi ci vende l’energia, di chi ci ha aiutato dal primo dopoguerra, incapaci di difendere i nostri prodotti dalle “interessate” restrizioni europee e dalla concorrenza sleale di paesi emergenti.