mercoledì 10 aprile 2013

Il settore edilizia sta per essere ucciso dalla crisi e dalla burocrazia.
Una miriade di leggi, regolamenti, circolari esplicative, la non chiarezza endemica di tutto il substrato normativo motivano sempre più funzionari, nella miriade di Enti che troppo spesso si smentiscono nella gestione pubblica, a non assumersi alcuna responsabilità, a dire intanto di no, a chiedere sempre ulteriori carte e pareri. Il Predominio della carta al macero sulla Sostanza: a ciò hanno condotto questa Nazione, specie al Nord, la cosiddetta “responsabilizzazione” del Pubblico, le varie “semplificazioni”, i “testi unici” disattesi; tentativi abortiti di risanamento di un apparato pubblico,con energie  trascurati se non allineate, per lo più ingessato e supino a lobbyes politico/economiche. 
Troppi enti e piani di gestione e cosiddetta tutela del territorio, spesso inattendibili perché redatti con superficiale conoscenza dei luoghi, prodotti pedissequamente a tavolino su ordinazione, hanno vessato ed impedito l’esercizio del sacrosanto diritto dei cittadini sulle loro cose, su interventi minori e di minimale impatto; con il risultato paradossale di favorire comitati d’affari spesso in collusione politica e mafiosa.
Troppe volte il semplice Cittadino deve ricorrere al legale per sua tutela; troppo spesso, di fronte a tempistiche sproporzionate ed inconcepibili in altri paesi europei, e di fronte ai conseguenti costi delle pratiche, il cittadino rinuncia...
E così il Cittadino involontariamente si ritrova in un domino perverso che a cascata sottrae potere di spesa a progettisti, imprese, artigiani ed ... agli stessi Comuni. E di conseguenza non spende nei negozi, costretti in massa alla chiusura anche da politiche che hanno favorito solo i grossi patner finanziari e la grande distribuzione . La gente è sfiduciata, si deprime, i suicidi sono all’ordine del giorno, mai come ora tanti sono arrabbiati e tutto viene preso come un continuo sopruso.
Una situazione di grave emergenza.
Se si vuole evitare il collasso totale, tutti si devono rendere conto che bisogna fare qualche passo in più e prendere decisioni di emergenza, che bisogna assumersi le proprie responsabilità, cercare di uscire dall’egocentrismo ed aiutare il vivere agli altri, specie ai giovani, per garantire anche la propria sopravvivenza: é dovere etico di ognuno operare con efficienza per ridare fiducia, perché la crisi è morale e i problemi economici ne sono solo una delle gravissime conseguenze!
Vista la rara occasione di una Amministrazione Comunale Vittoriese con lo stesso segno contemporaneamente in Provincia ed in Regione, voglio provare a  sollecitarla ad iniziare a copiare la semplicità  di qualche piccolo comune veneto; intanto chiedo che rifletta su 2  semplici esempi la cui soluzione, con possibili correzioni di rotta, sarebbe foriera di positivi effetti sul morale di tutti gli operatori del settore edilizio in gravissima crisi:

  1. spesso pratiche evase dalla commissione integrata comunale attendono anche qualche mese solo perché l’esito venga comunicato, con ritardi nel completamento di pratiche per lavori anche esigui, ritardi nei pagamenti, ritardi negli inizi lavori, ritardi per il Comune nell’incasso degli oneri, quando non addirittura l’abbandono dell’iniziativa. Ma é proprio così difficile stare al passo dell’economia reale? Usare le mail?
  2. Gran parte del territorio vittoriese è stato, ahimè scelleratamente, assoggettato al parere paesaggistico regionale. Tutti ritengono importante proteggere immobili di pregio e scorci visuali nei centri storici; ma non trova giustificazione né condivisione che edifici senza valore in zone degradate da scempi passati e recenti siano soggetti a tali inutili defatiganti e costose pratiche paesaggistiche aggiuntive; né è giusto che interventi di valore architettonico debbano per forza essere negati sull’onda di un’imperante gusto del banale o della conservazione ad ogni costo per sola dignità di anzianità; basterebbe semplicemente “copiare” dalle esperienze di città come Berlino e Parigi; appare ancora meno giustificabile, e lo sostiene un insigne esperto come Giulio Volpe docente di diritto dell’immagine al Dams, che interventi minori di tinteggiatura, casette in legno, pompeiane, pergolati e modesti fabbricati di servizio, annessi e pertinenze in ambiti che, definire di valore paesaggistico é una presa in giro ( ad ad esempio il condominio quadrilatero ed altre realtà cittadine anche recenti, fatiscenti e/o pessimi esempi di qualità architettonica), siano assoggettati a tali ulteriori pratiche, ma la Norma  cita  che il parere paesaggistico è obbligatorio per i Comuni ma non vincolante. Dunque perché codesta Amministrazione,vicina alle elezioni, non inverte rotta e prova ad utilizzare in pienezza, a sostegno del cittadino, una norma appositamente prevista dal legislatore ? Con parere favorevole della obbligatoria commissione integrata comunale, almeno per gli interventi citati privati e commerciali/produttivi con rischio di perdite di incassi, perché, conscia di ben aver operato per la comunità ed il territorio, l’Amministrazione Comunale non rilascia i permessi nell’attesa di parere obbligatori ma non vincolanti?