lunedì 7 aprile 2008

Alcolismo e protezione Prosecco

Sul Gazzettino di oggi in prima pagina gli “eroi” della Formula 1 brindano non più con il vino ma con gassosa all’acqua di rose; altra notizia, Tutti e Dappertutto, persino in Brasile…, producono e vendono Prosecco DOC.
Due facce del problema che oggi si dice ipocritamente di voler risolvere.

Vediamo prima il problema di più semplice soluzione, quello della tutela economica del Prosecco e poi il problema ben più grave dell’alcoolismo:
dalle mozzarelle del sud al vino del nordest, il problema fondamentale è di tutelare senza possibilità di interpretazioni le imprese serie che imprendono, che impegnano capitali e risorse economiche in questo difficile momento socioeconomico; e ciò lo si deve fare immediatamente, senza esitazioni e, soprattutto, senza dare spazio a chi parla di protezionismi, al fine primo di proteggere posti di lavoro, famiglie ed intere zone che “vivono” del nostro prodotto di qualità; non dimenticando controlli più assidui ed a sorpresa, e colpendo con pene esemplari i produttori truffaldini ed avvelenatori: aziende, già a suo tempo trovate a produrre il vino al metanolo, dovevano già essere state chiuse ed interdetti i proprietari a continuare in qualsivoglia modo tale attività; ed invece ce le siamo ritrovate nuovamente a produrre schifezza, ad offuscare il lavoro di tanti invece impegnati nella qualità!
Non è certamente con gli ipocriti esempi, come quello odierno della Formula 1, che si risolve il problema dell’alcoolismo: l’alcolismo, la dipendenza dal fumo, l’uso innaturale di droghe e prodotti chimici euforizzanti non dipendono dalla produzione del vino!
Non si può indurre in inganno la gente portandola a non bere vino, causa l’incremento continuo di alcoolizzati specie tra i giovani; un bicchiere di vino a pasto, lo dicono anche i medici, specie quello nero, ha sempre fatto bene, è un antiossidante, aiuta la circolazione e sarebbe anche anticancerogeno; se anziani, specie in zone fredde montane, ed ora sempre più giovani (non per motivi di duro lavoro al freddo…) si trovano a bere in modo smodato ed a drogarsi per di più, e rientrando il mattino dalle discoteche oltre ad ammazzarsi ammazzano anche altre persone in incidenti spaventosi, la motivazione non è certo il vino, ma una gravissima crisi etica e sociale della nostra attuale “civiltà”, dovuta al fatto che nessuno pensa più ad educare persone sane, ma solo ad utilizzarle come consumatori per fare soldi!
In questa società malata e decadente conta solo il denaro e a questi giovani, che ipocritamente diciamo di voler aiutare, non siamo più capaci da anni di dare, con l’ esempio dall’alto, un senso del futuro, pochi punti fermi, come la famiglia e gli altri valori non negoziabili, in cui credere e per i quali valga la pena di combattere e di sopportare anche duri sacrifici!
Poveri giovani, sono vittime di un grande inganno.

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