giovedì 5 luglio 2007

2006 3 15 - Lavori Fiume Meschio

Il corso del fiume Meschio dal lago di Negrisiola fino alle porte Nord è costeggiato da zone umide, risorgive, marcite e costituisce un ecoambiemte irripetibile noto da sempre coi nomi popolari “ai laghetti” “fondon”, con acque blu come quelle del Gorgaz, con flora e fauna subaquea e di superficie assai particolare, con zone di frega per la trota mormorata, dell’antico luccio del Meschio, con gamberi di fiume e gasteropodi, oltre a insetti e uccelli che passano e vi nidificano.
Da anni vado ripetendo che, almeno in queste zone, si deve realizzare un Parco del Meschio per difendere tale paradiso naturale, ma già in passato si lasciò costruire una fabbrica che interrò buona parte dei “laghetti blu” e ora un capannone prefabbricato su un nuovo riporto di terreno.
Giorni fa, come socio dei Pescatori a mosca del Meschio, partecipavo ad un sopraluogo su un progetto del Genio Civile di escavazione e regolarizzazione di fondo e letto del Meschio, per permettere una quantità maggiore d’acqua senza allagare le adiacenze: oggi certuni si lamentano che il fiume ogni tanto esonda sulle le loro proprietà, spesso costruite in tempi non lontani dove i nostri saggi avi non osavano, e dimenticano che quei “laghetti”, che la solita superficialità ha riempito, con le piene funzionavano da vasi di espansione; e dimenticano che lo scarico dell’Autostrada fu immesso, senza troppe preoccupazioni e senza che Nessuno di dovere protestasse, proprio dove i terreni erano più bassi e dove il fiume riempie già a metà lo scarico, tuttora principale colpevole delle esondazioni; e dimenticano che, per la solita ingordigia, sono stati rubati spazi vitali al fiume con riporti di “scarti misti”, mentre però nessuno tiene in ordine gli argini dall’esuberante invasività di cespugli che nascono persino nel fiume; e dimenticano che i canali di derivazione, un tempo anche sfogo per le piene, oggi stagnano maleodoranti per gli scarichi di gabinetti !
Se non si vuole sanzionare i noti autori dello scandalo di vere e proprie discariche a cielo aperto di automobili e taniche di olio esausto, almeno ci si prenda la briga di mandare un camion con operai e/o volontari a ripulire tale scempio…dimenticato.
Lo scrivente non è mai stato un oppositore tout court né uno dei troppi pseudoambientalisti che contrastano quanto non viene dai loro Guru, non mi preoccupo di tagliare qualche arbusto lungo la riva; ma data l’esigenza di risolvere in qualche modo un problema reale, tenute comunque ben presenti la peculiarità del sito e le considerazioni fatte, mi sono subito preoccupato se era stato predisposto un opportuno piano di accesso con i mezzi, cingolati e non, in modo che per lavorare non si distrugga l’ambiente, cioè “al taccon pezzo del bus”
Apriti cielo! Evidentemente come al solito le cose si fanno all’italiana e mi si rispondeva che il sopraluogo si faceva proprio per vedere come fare: prima dunque il progetto e poi il sopraluogo…
Speriamo almeno in una particolare sensibilità ambientale dell’impresa, dato che gli opportuni controlli dei vari “Chi di dovere”, in genere, si limitano al sopraluogo in questione.
Certo che questo bioarchitetto rompe: si preoccupa di qualche stagno e delle zone degli amori di trote ed uccelli! Che, anche se salvate ora, saranno forse irrimediabilmente travolte dall’assurda rotatoria della tangenziale nord di superamento di Serravalle…se Chi di Dovere non comincia in tempo a preoccuparsene!

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