giovedì 5 luglio 2007

2005 3 24 - Extracomunitari

Non dobbiamo essere razzisti per l’origine o il colore della pelle.
Non possiamo quindi lucidamente schierarci contro la presenza degli extrtacomunitari solo per odio di campanile o per il loro numero ormai, per certi versi, ingombrante: tanti sono brave persone che cercano un miglioramento della vita, tanti altri purtroppo sono nullafacenti, ladri; ma anche tra di noi le due categorie erano già abbastanza rappresentate prima che loro arrivassero. Oggi abbiamo più che mai bisogno di personale che svolga alcuni lavori manuali necessari perché decenni di cultura sbagliata, di educazione familiare errata, di scolarizzazione non più selettiva per il merito ma socialmente garantita (come se tutti fossimo uguali per tipo di intelligenza e predisposizioni) hanno creato una classe di diplomati e laureati, ahimè spesso sottoccupati quando non disoccupati e, soprattutto, hanno tolto dignità al lavoro manuale che, non dimentichiamolo, ha fatto grande il nostro Paese! Schiere di persone non vogliono fare fatica ed avere i soldi facili. E così, lasciato profondamente scoperto un fianco della nostra economia, siamo ormai obbligati a dipendere dagli altri. E’ evidente che sotto il cielo del medesimo Stato e di Dio, tutti gli uomini di buona volontà devono avere i medesimi diritti ed i medesimi doveri. Sta quindi a chi ci governa dirimere la non semplice questione, schiava degli interessi politici, economici e di parte.
Una sovrabbondante porzione di ipocriti, mentre denunciavano il razzismo della Destra, hanno sfruttato povera gente straniera come domestici nelle loro dimore signorili e come operai non in regola nelle loro fabbriche; certe politiche cieche e razziste di certa Destra cavalcano il risentimento verso gli extracomunitari di una porzione della popolazione che, troppo spesso, si vede malmenata e derubata in casa, e ripensa a quando erano stati anche loro immigranti e, ricorda, entravano regolarmente, con il libretto di lavoro, con gli occhi bassi; per meri interessi di voti e di potere, una certa Sinistra arriva al punto contrario di difendere ogni comportamento e richiesta di chi, giunto magari non suonando il campanello della porta, e’ attivista più del pretendere e dello sbraitare contro gli Italiani che del lavoro e dell’integrazione; e così emergono casi di facilitazioni maggiori per gli extracomunitari che per i nostri concittadini, magari anziani e/o alle soglie della nuova povertà, senza considerazione per costoro che hanno contribuito a costruire con il proprio impegno e lavoro questo Paese; e queste responsabilità diffondono il seme dello scontro sociale.
Lo Stato deve aiutare i cittadini in stato di bisogno, tutti in modo eguale, e deve intervenire per isolare e mettere in condizione di non arrecare danno quanti non seguono le direttive consolidate: deve educare. L’equa applicazione della giustizia e l’educazione civile, sia tra i nostri paesani che nei confronti dei nostri ospiti, l’ingresso regolato da necessità dimostrate di forza lavoro, la nostra disponibilità ad accogliere ed integrare chi con buona volontà e rispetto per i nostri usi e costumi batte alla nostra porta, rappresentano l’inizio per una comune civile convivenza; la torre di babele, l’inefficienza, la clandestinità, il razzismo nei due sensi, la volontà di non volersi integrare ed il fanatismo religioso, sono il contorno di un brutto vivere quotidiano che non potrà che sfociare nei ghetti, nel contrasto sociale/razziale e in pericolose forme tardive di controllo che, proprio per la loro motivazione, potrebbero colpire ciecamente anche chi non lo merita.
Nel frattempo, mentre da anni classi dirigenti si fanno i loro affari, politicastri, sobillatori imbonitori e mercanti riempiranno le loro bisacce e, quando non ci sarà più nulla da depredare, se ne andranno altrove.

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