venerdì 15 maggio 2009

Fondazione Benetton "Luoghi di Valore 2008"

Nel bando 2008 del Concorso Luoghi di Valore, organizzato dalla Fondazione Benetton Studi e Ricerche, si chiedevano segnalazioni di luoghi pubblici e privati letteralmente per elevare “la cultura il gusto e la qualità della vita delle persone e delle comunità che li abitano e li visitano”…e…”segnalazioni che contengano informazioni e testimonianze adeguate a comprendere lo stato di salvaguardia e di valorizzazione dei luoghi medesimi”
Dalla lettura del bando si evinceva che finalmente qualcuno si interessava all’Italia minore, a luoghi poco noti ma fortemente significativi e da salvaguardare nella provincia di Treviso; non dunque le solite opere monumentali già ampiamente pubblicizzate e tutelate da Comuni Provincie e Soprintendenze e già segnalate in ogni tipo di guida; e poiché non si trattava di un concorso di fotografia non c’erano neppure motivazioni congruenti per segnalare ancora palazzi signorili, antiche vestigia ampiamente note e già ordinate in specifici archivi e/o pubblicizzate su libri, opuscoli turistici ed enogastronomici, siti web.
Contento di partecipare ad un concorso finalizzato a promuovere siti meritevoli e bisognosi di protezione che, per di più, non prevedeva premi per i vincitori, ma la sola grande soddisfazione di aver collaborato alla “salvaguardia di nostre memorie di zona trascurate”, in data 6 maggio 2008 presentavo elaborati grafici foto e video.
Segnalavo una zona di laghetti di risorgiva ed antiche vie d’acqua del fiume Meschio, posta tra il “fondon” e il campo di recupero dismesso dei “dodese pont”, in parte minacciata dalla faraonica rotonda e svincoli relativi in progetto all’uscita del traforo di Serravalle, di dimensioni insensate (diametro maggiore ca. 130 m) e per di più non prevista in corrispondenza dell’incrocio con la strada della Vallata (per il traffico in arrivo e dal casello nord).
Zona pregna di Storia, con le famose risorgive ed antiche vie d’acqua, ricca di flora e fauna assai particolari, un eco ambiente unico e meraviglioso anche dal punto di vista paesaggistico, assolutamente da tutelare: già era stata oggetto negli anni 70 di attacco terroristico ambientale con la costruzione di una fabbrica, e da lì era iniziato lo sfacelo cui si erano aggiunte discariche private di materiali vari.
Nel frattempo il corso del fiume Meschio veniva dichiarato SIC (Sito di Interesse Comunitario) e l’Associazione Pescatori del fiume, che ne ha in concessione lungo tratto a riserva di pesca, andava a salvaguardare particolarmente il tratto di fiume nella parte nord, che comprende la zona segnalata, ponendo serie regolamentazioni di pesca sportiva e riambientando la trota marmorata, originaria del sito, assai rara; anche in considerazione del fatto che vivono ancora lo scazzone del meschio (marson) e soprattutto la lampreda di fiume ormai rarissima in tutta Europa.
Insomma la segnalazione era fatta al fine di coinvolgere la comunità ambientalista e culturale e le Istituzioni sul rispetto di luoghi ancestrali ed unici che debbono poter convivere, con almeno pari dignità, con le necessarie opere del progresso.
Alla grande maggioranza dei partecipanti non interessava vincere ma speravano in una grande opportunità per far conoscere i luoghi segnalati come motore della loro salvaguardia.
Poi la solita conferma dell’italianità.
L’Organizzazione oltre a tenere un paio di incontri, in cui si è parlato di tutto e di nulla anche se con sfoggio di oratoria, ha predisposto una mostra delle segnalazioni pervenute, non ha diffuso ai Media tutti i luoghi segnalati, né venivano portati a conoscenza i Sindaci dei luoghi segnalati; alla fine una giuria ha premiato ambiti già oggetto di grande conoscenza pubblica, siti in adiacenza ad importanti percorsi sportivi ed enogastronomici, con innumerevoli segnalazioni pubbliche e sul web, già inseriti negli archivi delle grandi ville venete, ed attorno cui girano per lo più grandi interessi economici di turismo agroalimentare.
Piove sempre sul bagnato…

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