venerdì 31 maggio 2013

La resa dei conti



Se oggi vogliamo un auto sportiva, di classe, con finiture e materiali durevoli, che mantenga il prezzo, dobbiamo rivolgerci alle case automobilistiche tedesche, per le pure prestazioni sportive o il gran lusso ai “garagisti” inglesi; per le autovetture da famiglia, utilitarie e fuoristrada all’industria francese e giapponese. 
Se però, senza il vile servilismo che oggi ci distingue, facessimo un passo indietro negli anni (50/70) non potremmo negare che il Mondo guardava con ammirazione Italia Alfa Romeo Lancia e Ferrari !
Allora l’Alfa Romeo ideava e produceva sportivi sogni concreti come la Giulietta sprint e spider, la TZ, la SS, il Duetto, l’Alfa Matta, auto da sogno per pochi ideate da Bertone Zagato Pininfarina, ed auto tuttofare dalla famiglia alle corse come la Giulia. 
Ma allora come Popolo uscito dalla guerra brillavamo in qualunque attività.
Penso ancora alla mia Alfa Junior Zeta 1600 del ‘72: linea avveniristica ancora attualissima, CX 0,28, nata per correre ma comoda e con grande bagagliaio; paragonata a supersportive odierne (dopo oltre trent’anni), molto più ingombranti  ma che fanno posto solo ad uno zainetto, sarebbe ancora in certi percorsi più efficace; e ciò fa riflettere!
Quali motivi ci hanno ridotto nella attuale condizione di crisi, ultimi, ammiratori e servi di vari Paesi stranieri.
Per l’auto sappiamo come è andata.
Politica e sindacati si sono impadroniti del fare automobili italiano con la complicità di una nota Famiglia; ma invece di un’unico target di aziende eccellenti il risultato è stata l’inarrestabile decadenza di Marchi storici eccellenti.  Inglesi tedeschi francesi e giapponesi ringraziano per le sciagurate scelte sia per le nostre “teste” da loro migrate.
Anche il mondo dell’impresa, dell’artigianato e quello degli alimenti mediterranei,  sono stati oggetto di una programmata distruzione in nome dell’adeguamento a standard inferiori, senza corrispettivi di tutela e salvaguardia per la contraffazione straniera di nostri alimenti simbolo !
Italiani progettavano e costruivano dighe, grandi manufatti; le nostre case, i nostri artigiani, i nostri architetti erano considerati i migliori; eravamo fantasiosi, seri, pieni di volontà e depositari di antiche sapienze.
Poi utopistici messaggi di politica e comunicazione, contro il lavoro manuale in favore del posto di lavoro alla scrivania, per generazioni di giovani hanno decretato, come in Unione Sovietica, il fallimento delle proposte di sviluppo progressiste: il risultato masse giovanili di disoccupati, per cui brilliamo in Europa, e  blocco scandaloso della virtuosa trasmissione delle antiche sapienze, ghettizzazione dei i lavori manuali a manovalanze provenienti da Paesi di migranti gestite per lo più dal “caporalato”.
E così oggi,nella Patria delle Costruzioni, i prodotti preconfezionati si abusano per risparmio o per mancanza di antiche sapienze; l’industria termotecnica, per l’incremento delle vendite e causa l’abbassamento delle professionalità, propone centraline domestiche in Kit a prova di imbecille, a svantaggio di clienti e ditte certificate;  le nuove case in legno per lo più sostituiranno le costruzioni in muratura, distinzione di questa nostra Civiltà, mettendoci, come al solito, in debole posizione rispetto a produttori esteri che vantano maggior tradizione e inferiori tassazioni; la sindacalizzazione di scuole ed università, inseguendo l’utopia ipocrita e scandalosa del “titolo per tutti”, ha pianificato e immesso nel mercato masse di cervelli vuoti, privi di senso critico e capacità propositive per scelte operative concrete, e masse di operatori tecnici inadeguati; una burocrazia intimidatoria ha ridotto il progetto a collage di banalità di comprovata realizzabilità e gli effetti si vedono sul territorio; un mondo del lavoro politicamente lottizzato continua ad assorbire raccomandati, mediocri senza arte né parte, ed estromette i capaci in una spirale di autodistruzione!
Come ha potuto un Paese, uscito da una guerra, riprendersi  con forza dando luogo al “miracolo italiano” e, dopo soli 40 anni, crollare in una decadenza etica culturale sociale ed economica gravissima?
Nel primo dopoguerra la gente era spinta dal bisogno, dalla volontà di sapere, fare e migliorare Tutto; era stata educata al senso del dovere, dell’onestà, della serietà professionale, dell’impegno per il progresso del paese prima e personale di conseguenza, dal più grande statista Italiano non di destra Benito Mussolini; gli studenti erano stati formati da scuole  culturali e tecniche invidiataci: chi ha la mia età pensi a professori di Liceo completi come Don Mario Possamai, Sorge e Pinto, e non proverà a paragonarli ad odierni “educatori” sindacalizzati, attivisti degli organi colleggiali.
Ma dagli anni settanta una sinistra al soldo straniero, col supporto dei soliti Paesi comunisti e non, tutti che comunque avrebbero tratto vantaggi dal Nostro indebolimento, stravolse ogni valore anteponendo diritti e disimpegno a doveri ed impegno per il proprio Paese, sconvolgendo menti e spiriti, mentre la DC al governo, infangata nel potere, con la mafia e con i compromessi, lasciava colpevolmente spazio.
Anche i compagni una volta assaggiata la polpa hanno letteralmente colonizzare lo stato, ogni ente, ogni associazione, risolvendo l’Occupazione con la moltiplicazione dei posti di lavoro oltre ogni possibilità di Bilancio ed il risultato, comprese inefficienze e ruberie, dopo anni ora grava drammaticamente sui bilanci sempre più critici dei cittadini supertassati!
L’unione all’Europa ci ha condizionato ad omologarci, a diventare di fatto servi della Germania e dei grandi poteri Americani, servi delle Banche.
Essere Compagni ci ha per lo più omologati culturalmente al bello e giusto delle Lobbies economiche e della comunicazione, materialisti privi di fede e rispetto a Natura e Dio, giustificatori di perversioni mentali sociali e sessuali spacciate come esercizi di libertà, frequentatori di salotti Bene; mentre Stati Poveri vengono usati come depositi di rifiuti tossici, riciclatori di materiali e macchinari inquinanti e fonte dei nuovi schiavi.
Essere di centrodestra ci ha per lo più ridotti a fare i farisei per le poltrone, i mercanti nel tempio, alla cultura del compromesso, equilibristi dei valori e vili servitori del denaro, difensori di forme di egoismo sociale.
Quasi Tutti comunque protagonisti, capi, eroi; quasi nessuno più operaio, o disposto al servizio senza  buona contropartita.
E intanto ogni giorno crescono suicidi omicidi ed atti raccapriccianti di violenza specie di giovani, problemi sempre più gravi del quotidiano, sempre meno creatività cultura ed altruismo che ci hanno distinto.
Che si voti a centrodestra o a sinistra, a parte qualche differenza utilizzata più a fini elettoralistici, si vanno comunque ad eleggere i rappresentati di due litiganti Lobbies del potere socio-economico, una più statalista ed una più privatista, che comprendono scarsamente i problemi reali della gente, corresponsabili anche se con diverso peso della crisi; in caso di mala partita ci lasceranno soli a scannarci l’un l’altro.
Ma non è tutta colpa loro ! Che per lo più si siano comportati da ipocriti ladri per riempirsi le tasche, che si servano di ogni mezzo pur di mantenere potere e poltrona é un Dato ma, per lo più, anche il comune cittadino che li ha votati ha le sue colpe, altrimenti avremmo ben altri Rappresentanti. Troppi padri mettono capo azienda figli incapaci o cercano raccomandazioni per dare un bel lavoro a figli non all’altezza; troppi cittadini condividono corruzione con politici e burocrati per soldi; troppi paperoni hanno fatto fortune con l’evasione comcessa; troppo egoismo mina le basi della vita in comune.
Sta però arrivando il tempo delle rese dei conti, per ognuno; solo attraverso un nuovo impegno, serio e pacificante di tutti, questo Paese potrà forse salvarsi e riprendere il cammino per ridare un futuro ai suoi figli! 
Speriamo che la Provvidenza invii alcuni illuminati ad aiutarci con il loro esempio di giustizia e impegno per gli Altri.

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