mercoledì 9 giugno 2010

Meritocrazia negata

I magistrati scioperano per lo stipendio; gli oncologi scioperano per la riduzione , secondo loro, delle cure mediche.
Due delle categorie che sono sempre pronte a schierarsi contro il governo, quando non è di sinistra.
Nessun paese è mal preso come l’Italia per quanto riguarda l’amministrazione e la certezza del Diritto; vengono liberate anche persone che non hanno più volte esitato a delinquere in modo gravissimo.
Nel campo medico il governo smentisce fortemente riduzioni delle cure mediche nelle patologie gravi, ma rappresentanti del corpo medico scioperano comunque.
Sempre più numerosi gli scandali di malasanità, di inefficienza ed incompetenza in varie prestazioni mediche, quando non di colpevole menefreghismo; la salute dei cittadini si presenta dunque sempre più a rischio a causa di facilonerie, impreparazioni, scarsa considerazione del malato, con in primo piano sempre i “diritti” del personale del settore.
Appare evidente, almeno a chi è dotato di normali facoltà intellettive, che vi sono categorie sempre pronte ad “armarsi” comunque contro il Governo.
E le motivazioni sono manifeste: le carriere in questi settori procedono per appartenenza politica, per conoscenze; quindi chi vuole far carriera deve essere ben inserito nel sistema (abnorme); le capacità, l’impegno professionale ed umano (non politico e sociale), il rispetto della persona, i risultati concretamente riscontrabili anche dalle persone semplici, sono tutte cose oscurate, il “Merito” vero non conta più.
Quale futuro potrà avere una società malata, decadente, che nega comunque la meritocrazia? Le menti scappano da questo Paese; restano i mediocri che sguazzano nell’assenza di meritocrazia; restano i burocrati, i veri comandanti dei Timoni di questa società occupata, non governata, da politici per lo più del medesimo spessore e motivati dalla ricerca di un lavoro redditizio senza responsabilità; e la risposta alla domanda, anche se ci dispiace vederla, la troviamo nello studio della Storia, di quanto è già successo alla caduta dell’impero romano (476 d.C.); il crollo delle torri gemelle, i fallimenti di grosse banche, il materialismo sfrenato ed il sesso orgiastico e perverso sono i segnali dell’inefficienza e dell’instabilità della società “progredita” e di un modello economico e sociale, e della sua (forse) inarrestabile decadenza.
n.d.r. Il (forse) è parte delle speranza…

Nessun commento: