mercoledì 9 giugno 2010

Fusione ATM La Marca

La fusione di 4 importanti aziende di TPL, tra cui ATM, potrebbe portare ad una più efficace razionalizzazione delle corse sul territorio ed a risparmi in campo organizzativo amministrativo, ma certo una bozza progettuale realistica delle corse sul territorio e del dettaglio dei risparmi che si ritiene di effettuare e come, certamente migliorerebbe il dialogo e aiuterebbe l’accettazione del progetto. Chiuderebbe anche la bocca a chi parla solo per antitesi politica, a chi desidera mantenere una sedia nei consigli di amministrazione, alla solita pletora di coloro che non vogliono mai modifiche dello status quo ed ai tanti soliti burocrati frenanti. Tranquillizzerebbe cittadini ed operatori.
I cittadini di Vittorio Veneto si interrogano su questa fusione perché non hanno la certezza che, alla resa dei conti, l’operazione si risolva per Vittorio Veneto in un peggioramento del servizio per studenti ed anziani e contemporaneamente nella ulteriore perdita di uno degli ultimi Enti Importante che resistevano con caparbietà, coraggio ed efficienza; la Città di Vittorio Veneto rappresenta un grande risultato politico ed un fiore all’occhiello: non sarebbe giustificabile la sola perdita di ATM, ulteriore colpo in aggiunta alla serie di enti e funzioni che già ci sono state sottratte, questa volta anche in barba ad un Governo cittadino del medesimo segno di quello provinciale.
Considerando che l’azienda esplica un buon servizio pubblico, ha il bilancio in ottimo attivo, è proprietaria di immobili dal valore considerevole, è quindi fondamentale garanzia per i destini del trasporto pubblico Vittoriese che, anche in virtù della modesta, ma assai ben più sana situazione economica, patrimoniale ed organizzativa di ATM rispetto a tante altre ditte di TPL, l’eventuale fusione non riduca gli utili di ATM (e quindi della Città di Vittorio Veneto) e che l’ATM sia dunque fortemente rappresentata e garantita, nel nuovo CDA dell’azienda Unica, sulla base di vari parametri (affidabilità, bilancio e patrimonio, importanza strategica) e non solo dei km. percorsi e dei mezzi.
Si provi dunque ad esporre una concreta bozza progettuale di fusione che esprima anche la rappresentatività delle 4 aziende nel nuovo Unico CDA: non c’è nulla da nascondere e forse è meglio litigare subito che trascinare una lunga e dolorosa contesa; non c’è più posto nel dibattito pubblico per interessi economici di parte, per posizioni personalistiche, per profit politici, per ricatti o richieste unilaterali, né per forzature e blocchi posti dalle aziende più grosse e tiri alla fune dei politici e dei burocrati. Proviamo a fare in modo che questa fusione non divenga solo un mezzo per fagocitare fette di mercato, ma davvero crei un’azienda nuova in cui tutti e 4 gli attori ci guadagnino e ci perdano in egual misura: a guadagnarci saranno la qualità del servizio e le tasche dei cittadini e la credibilità della politica.

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