mercoledì 24 giugno 2009

Leggo e diffondo

LA GUERRA CIVILE IN ITALIA

A questo proposito vogliamo riportare un brano del libro di Rutilio Sermonti “ Omaggio alla R.S.I.” che riteniamo illuminante ed esaustivo sull’argomento:

“..Sul suolo d’Italia, la guerra civile, come modalità e mentalità, fu da una sola parte, con fini di parte.
Noi della R.S.I. anche se fummo costretti a difenderci da chi ci attaccava alle spalle, altro fine non ci ponemmo mai che gli interessi morali e materiali della Nazione tutta. E questo non fu un caso in quanto era la conseguenza della nostra diversa natura spirituale, rispetto a quella dei nostri avversari di sempre.

Vane affermazioni apologetiche?

Vediamo un po’.

Due volte nel secolo XX°, Fascisti ed antifascisti associati si trovarono di fronte a mano armata, se non erro.
La prima nel 1920 – 1922 vinsero i Fascisti ( pur avendo avuto molte più perdite degli avversari) e loro fu tutto il potere.
Ebbene, non un solo italiano fu perseguitato o danneggiato per avere militato dalla parte opposta!
A tutti, nessuno escluso, fu offerta la possibilità di collaborare al progresso della Nazione.
Ex avversari di valore, senza alcuna richiesta di abiura, continuarono ad occupare prestigiose cattedre universitarie o importanti funzioni nello Stato ( basti pensare a Orlando a Calamandrei, a Caronia, a Croce, a Benduce, a Cesare Mori ).
Il tanto vituperato Tribunale speciale non emise condanne che per fatti successivi all’avvento del Fascismo e l’unica pena di morte fu erogata a Schirru che aveva sparato al capo del governo in carica.
L’opposizione antifascista continuò indisturbata a sedere in Parlamento e la stampa antifascista a pubblicare.
Quando la sciagurata iniziativa di alcuni fascisti provocò la morte, certo non voluta, del deputato Matteotti, essi furono individuati, processati e condannati ed i figli della vittima furono fatti studiare a spese dello Stato.

Anche i provvedimenti autoritari ( sempre del tutto incruenti ) del Gennaio 1925, furono emanati soltanto quando la sconcia guerra aventinista e gli incitamenti all’odio, che provocarono l’assassinio, due anni dopo la marcia su Roma , di oltre quaranta Fascisti, convinsero Mussolini che l’ostilità dichiarata rendva la collaborazione con la vecchia classe dirigente “democratica” , in nome delle Nazione, da lui auspicata, del tutto impossibile.
Comunque è certo che se violenza Fascista ci fu, per la conquista del potere ( ed in misura molto minore e cruenta di quella opposta ) essa cessò del tutto a risultato raggiunto.

La seconda volta, nel 1945, vinsero gli antifascisti, o meglio approfittarono della vittoria dei nemici stranieri.
Come si comportò la fazione che aveva preso il potere verso i connazionali ormai debellati ed inermi, è una indelebile macchia di vergogna che soltanto i secoli potranno cancellare!
La marmaglia berciante e tripudiante dei “ partigiani dell’ultima ora” si dedicò al vile e feroce massacro non solo dei combattenti superstiti caduti nelle loro mani, ma addirittura dei loro simpatizzanti veri o presunti.
La sola accusa di essere stati “Fascisti” era sufficiente per subire il supplizio e tale fu il destino di più di centomila uomini e donne del tutto inermi.
Tutta la classe dirigente della Repubblica Sociale fu sistematicamente assassinata e la sorte subita dal suo Capo ed il vilipendio della sua salma provocarono l’orrore persino dei nemici che egli aveva sino all’ultimo combattuto.
Reparti arresisi con patto di salvaguardia furono, non appena disarmati, massacrati fino all’ultimo uomo.
Non solo il, Massacro si protrasse impunemente per mesi dopo la “liberazione” per segreto ordine di quello che fu il titolare del ministero della giustizia democratica, ma la giustizia ufficiale stessa continuò per anni ad erogare condanne a morte in danno di persone che altra colpa non avevano che di avere servito la Patria nel modo che essi ritenevano doveroso.
Fortunati tra i vinti furono coloro che, grazie alla famosa epurazione, furono soltanto lasciati senza lavoro.
E’ vero tutto questo o me lo sono inventato io..?”

Quelli che Rutilio Sermonti ha riportato sono Fatti accaduti e non ipotesi e di fronte a questi fatti si può trarre una sola conclusione e cioè che la cosiddetta Guerra civile fu voluta ed attuata in modo preponderante da una sola parte: da quella antifascista con l’egemonia del partito comunista il quale, sino al trattato di Yalta del Febbraio 1945, che assegnava l’Italia all’influenza Americana, sperava di sostituire la dittatura fascista con quella Comunista Bolscevica mondialista che faceva capo a Giuseppe Stalin.

D’altronde basta leggere Lenin e poi Giorgio Bocca per avere chiaro il quadro di cosa volesse provocare la guerriglia e cioè la creazione di un fossato di odio tra due fronti che prima non c’erano, ma che era necessario creare per fare la rivoluzione.

Alessandro Mezzano


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