mercoledì 24 giugno 2009

Toni Da Re Sindaco a Vittorio Veneto, PDL e Sen. Castro

Dai tempi dell’università mi ero reso conto della crisi di un Sistema che per il Denaro ed il Sindacato aveva rinnegato i Valori Fondanti della Vita e costruiva a tavolino imbecilli per meglio governare. Nel ‘93 dopo un cancro avevo inteso dare il mio contributo ed entrai in A.N. Nonostante un ottimo risultato alle Regionali del 2000 ed una strada aperta, dopo aver sopportato “ominicchi” ed opportunisti, incapaci nel quotidiano ma bravi a costruirsi nicchie dorate nella politica, nel 2004 me ne andai dimettendomi da Presidente a Vittorio Veneto e membro del Direttivo Provinciale, per la colma della dichiarazione di Fini sulla Repubblica Sociale come “male assoluto”: mio padre fu volontario nella RSI nella Xà.
Ricordo Maurizio Castro dai tempi del Liceo come studente modello, buono, intelligente, preciso e di grande volontà, già allora impegnato in una destra ordinata e ligia, diversa dalla mia visione indisciplinata e sociale. Quando mi volle incontrare a Pieve di Soligo prima della sua elezione a Senatore, pur distante da AN da 4 anni accettai. Quando, dopo una carriera dirigenziale ormai di primo piano, divenne Senatore tutti erano contenti che un nostro così famoso concittadino assumesse una così importante carica dello Stato, contando che esperienza politica e dirigenziale marciassero unite.
Alla sua prima uscita locale il centrodestra cittadino forse ben poco comprese della Sua dialettica di alto livello, fuorché il concetto di ridare un Destino a questa Città, nostalgica dei fasti passati ma in parte poco incline ai cambiamenti, anche se il “come” restava da svelare.
Poi i tempi troppo brevi di questa dimessa campagna elettorale, che , come quella contro Berlusconi, si è caratterizzata non per le idee (sentire certi candidati Sindaci è stata una pena..) ma per i toni alti ed i colpi bassi con l’unica motivazione di tutti i Partiti di mandare a casa la Lega.
Quindi il tiro alla fune tra Lega e PDL, con un PDL inesistente e da anni endemicamente diviso tra Gaviani e Sernagiottani; e pensare che avevo pensato di propormi per riorganizzarlo.
Nonostante una sua fazione si fosse schierata con la Lega con cui al Governo Nazionale e Regionale marcia Unito, fino all’ultimo, in un “torneo” che ha visto Vittorio Veneto incolpevole campo di battaglia di uno scontro tra correnti del PDL e Lega che parte da molto più lontano per il controllo del Veneto, il PDL sacconiano ha giocato sul posto con M. Castro il suo gioco ed ha perso, ritrovandosi con il cerino acceso in mano: l’elettorato ha fatto vincere la Lega da sola contro la Sinistra, PDL fuori gioco.
Chi lavora ogni giorno per un risultato concreto, Chi fa politica sa che i numeri contano, e che si può tirare la corda fino ad un certo limite.
Si può anche tentare la carta finale, ma poi devono subentrare il senso della realtà, il dovere di squadra, l’etica, anche contro gli ordini di partito; non si possono lasciare gli elettori liberi di votare facendo intendere che è meglio che votino a sinistra, il PD, piuttosto che far vincere la Lega, partito con cui è difficile trovare accordi, totalizzante ed irregimentato; la Gente ha gli occhi per vedere, ha vissuto cosa ha fatto la sinistra dagli anni 70 in poi nel Paese ed a Vittorio Veneto e cosa ha invece fatto la Lega in questi 10 anni. Quindi era difficile e fuori della realtà credere che, a parte una minoranza di partito, quanti votano PDL perchè non condividono le politiche di sinistra potessero obbedire a direttive “contro natura”. E così è stato
Ma il massimo del risultato per il PDL sacconiano è la “navigata” dichiarazione odierna di Costa del PD, che ha ringraziato l’ex ”avversario” PDL per i pochi voti che gli ha dato: con queste semplici parole Costa ha astutamente conseguito il doppio risultato di “condannare ” alla gogna i “collaborazionisti” dell’Altra Parte e contemporaneamente di togliere loro credibilità e velleità.
La Sinistra vittoriese, presentatasi divisa al primo turno solo per contarsi e dividersi gli scanni in caso di vittoria, poi prevedibilmente come sempre si è coerentemente schierata con il suo Candidato Sindaco Costa ed ora sarà all’Opposizione; il più bello, però, ha ancora da venire con De Bastiani, e De Nardi del PDL sacconiano sui banchi dell’Opposizione schierati con la sinistra (se non riterranno più opportuno trovare accordi di convivenza con la Lega); con M. Campodall’Orto - che merita di essere il capogruppo del PDL - non distante dalla Lega all’opposizione, e con Forza Vittorio, fazione del PDL già in Consiglio con la Lega, riconfermata in Maggioranza.
In tale scenario si è perpetrata questa catastrofe ampiamente prevedibile della politica e del buon gusto; se la Politica praticasse la meritocrazia ed il rinnovamento morale di cui tanto oggi si vanta, certo a più d’uno specie tra quanti in alto non si sono esposti dovrebbe chieder conto.

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