giovedì 15 settembre 2011

eliminazione provincie e regioni autonome ed altro

Mi capita di confrontarmi con giovani studenti e impiegati: questa Italia di Vecchi cassa subito le loro opinioni ed idee mentre, personalmente e fatte le solite debite esclusioni, ne ho un’impressione generale di serio impegno, minato però dalla insicurezza dell’età aggravata dalla delusione verso ogni schieramento politico e dalla carenza di prospettive.
Al contrario di una massa di coetanei, e non, che cerca il lavoro facile (quando lo cerca) senza responsabilità, i cittadini consapevoli di ogni età, specie i giovani seri, vorrebbero un avvenire migliore governato da precise regole di impegno, efficienza, etica e meritocrazia; e la preoccupazione proviene dalla sensazione che chi Ci amministra a tutti i livelli non abbia appieno compreso la gravità del momento e giochi col fuoco sulla pelle delle persone o, peggio, che si faccia solo i fatti suoi.
E così si continua a chieder conto, a Berlusconi, di escort e faccende personali, invece che della promessa seria riduzione dei Costi della Politica e di una concreta svolta nell’Efficienza e nei Costi della Pubblica Amministrazione: solo con un forte esempio dall’Alto si possono chiedere sacrifici a Tutti.
Certo riformare l’Italia, con un’opposizione faziosa e strumentalizzatrice rinfrancata da Poteri Estranei che hanno ogni interesse a portarci al fallimento, è opera da eroi e martiri, ma ci si aspettava di più; il crollo delle Torri Gemelle e della Finanza occidentale, la crisi generale ed i problemi di governabilità hanno fortemente inceppato i delicati equilibri, ma non possono giustificare approssimazioni ed inefficienze.
Le opposizioni si trastullano con la riproposizione di inefficienti ricette sessantottine, corresponsabili della perdita di qualità e competitività e del Debito Pubblico, e chiedono le dimissioni subito del Governo, contro ogni regola di Democrazia e senza produrre un’alternativa credibile; sono distinte, ma temporaneamente disponibili ad aggregazioni di convenienza con Parti vicine alla Maggioranza, ed in questa parodia di democrazia cercano di sopravvivere Partitini da “zero virgola” ove ambizioni personali, voglia di visibilità, ricerca di un reddito la fanno da padrone.
In piena crisi economica e di sistema la CGL porta in piazza una parte dei lavoratori, per mostrare i muscoli, altri cercano la violenza di piazza; una strategia nota e perciò oggi compresa.
Il Governo tenta di sopprimere le Provincie ed altri enti suppletivi, ma chi ci sta dentro, leggo, cerca invece di farle resuscitare con altro Nome! Se è vero, come non pensare ad interessi personali e di casta? Si mettano questi signori a far politica con stipendio doveri e privilegi di un impiegato e vedremo in quanti si ricandideranno!
Mi capita di lavorare in Friuli: uffici efficienti con personale volto alla semplificazione burocratica, tempistiche umane e rapporti civili; e, leggo, il Coordinatore del PDL Veneto vorrebbe, attraverso il Federalismo, togliere i “privilegi” alle Regioni Autonome, per rendere il Friuli uguale allo scarsamente efficiente e scandalosamente burocratizzato Veneto invece di fare l’opposto !
In alcune scuole sono riapparsi i cartelli che chiedono una scuola più efficiente con un numero inferiore di alunni: mio nonno insegnava ad oltre 35 alunni ed è ancora ricordato per la sua capacità e passione, a dimostrazione che l’efficienza nella scuola non dipende dal numero degli alunni né dal mansionario sindacale, ma da preparazione, passione ed impegno degli insegnanti, da un Ordinamento Meritocratico con facilitazioni e detassazioni per studenti particolarmente meritevoli, e dalla responsabile collaborazione della Famiglia. Basta dunque con slogan che nulla hanno a che vedere con gli interessi degli alunni.
Non è più ora di utopie, di faziosità, di strumentalizzazioni di parte; è ora di sedersi intorno ad un tavolo, tutti consapevoli degli errori commessi da ogni Parte, per cercare di salvare la Barca. Non lo vogliamo fare per noi, facciamolo per i nostri figli! E torniamo ad ascoltare i giovani: idee fresche verificate e irregimentate dall’esperienza potrebbero fare la differenza, e questo i Paesi emergenti l’hanno capito.

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