venerdì 15 ottobre 2010

ordine e manifestrazioni

Manifestazione Fiom CGL: il Ministro Maroni annuncia che c’è il rischio di infiltrazioni di elementi turbolenti (centri sociali) che vadano a far disastri per la città.
Il Direttivo Fiom CGL risponde che la manifestazione si svolgerà pacificamente ma che spetta al Ministro mantenere l’ordine pubblico.
Al di là dei commenti possibili sia sulla dichiarazione del Ministro come sulla non risposta del dirigente FIOM CGL, al di là di questo avvenimento contingente, poiché situazioni di questo tipo nella storia italiana del dopoguerra sono troppo spesso degenerate senza che nessuno fosse in grado di difendere cittadini e/o proprietà, immaginando per un momento ipotetici scenari ci si potrebbe chiedere:
- se veramente, come nel caso portato ad esempio, esista ancora oggi un rischio di infiltrazioni di elementi provocatori allo scopo di creare disordini e scontri, con atti vandalici contro la proprietà privata e atti intimidatori o peggio verso liberi cittadini, e quale sia il “peso” del rischio;
- se il rischio fosse davvero concreto e pesante, come si potrebbe evincere dalle dichiarazioni pubbliche e da come certe estremizzazioni politiche abbiano aizzato allo scontro di piazza, come mai, date le attuali tecnologie usate per far cassa con i semafori, non si pensa di videosorvegliare il percorso delle manifestazioni a rischio, in tempo reale, per registrare fin dall’inizio l’insorgere di disordini e chi li provoca, mentre gruppi preparati protetti e consistenti di forze governative vengono preventivamente scaglionati lungo il percorso, in modo da permettere ad una comune regia e comando di farli intervenire velocemente per prevenire rapidamente o limitare almeno i danni? Rimarrebbero le registrazioni anche di eventuali scontri come mezzo di prova utili anche per incominciare a vietare quei cortei per cui gli stessi organizzatori non riescono a dare garanzie di sicurezza (credo sia ora che tutti si assumano le proprie responsabilità).
- nel caso di scontro con degenerazione violenta tra gruppi di facinorosi e forze governative per la difesa della legittimità, una volta registrate le violenze di facinorosi avverso ai tentativi corretti ma fermi delle forze governative di ripristinare la legalità ed impedire le degenerazioni violente, intimidatorie e vandaliche, è oggi possibile ordinare a forze governative ben addestrate una risposta ferma di difesa dell’ordine pubblico anche se di repressione efficiente non cruenta di gruppi di facinorosi?
Se la risposta all’ultima domanda dovesse essere “no” (io sono ignorante in materia e mi piacerebbe saperne di più) risulterebbe evidente che uno stato siffatto non saprebbe reagire con forza adeguata contro la mafia, contro la delinquenza organizzata, contro i poteri economici forti, contro la violenza negli stadi e neppure contro gruppi assoldati o itineranti di provocatori politici o di semplici facinorosi violenti sempre pronti a provocare risse e disordini, e quindi non potrebbe garantire legittimità, ordine, moralità e difesa del lavoro e della vita ai cittadini contribuenti e rispettosi.
Qualcuno obietterà che uno stato forte che usa la repressione diventa uno stato dittatoriale che nega la libertà di espressione dei cittadini: i tempi di queste frasi sono oramai passati per fortuna, anche se qualche nostalgico li vorrebbe ancora far ritornare, ed é facile rispondere che uno stato diventa dittatoriale e violento quando reprime cittadini onesti e rispettosi delle leggi non quando per difendere i cittadini onesti e rispettosi pulisce le strade da potenti arroganti, briganti più o meno organizzati, facinorosi e violenti, ideologi e mercenari del terrorismo e del disordine, la cui cosiddetta libertà di espressione non può ledere ogni principio di libertà dei cittadini rispettosi che chiedono almeno ordine e sicurezza.
La storia anche ci insegna come in ogni civiltà, con lo scomparire del senso della responsabilità della moralità dell’efficienza e della fermezza, preponderino l’arroganza del potere e l’accanimento burocratico verso reati minori di tipo amministrativo od economico, con punizioni scandalose penali e pecuniarie dei cittadini inermi che faticano, lavorano, pagano le tasse e certo non sono usi ad andare in piazza a prendere a botte il prossimo, a spaccar vetrine né ad incendiare auto.

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